| Omelia (02-11-2025) |
| Omelie.org (bambini) |
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Bambini sapete come si forma una farfalla? Una farfalla si forma attraverso una metamorfosi completa che comprende quattro stadi: uovo, bruco (larva), crisalide (o pupa) e adulto. La trasformazione da bruco a farfalla avviene all'interno della crisalide, dove le strutture del bruco si sciolgono e si riorganizzano per formare la nuova specie. Vediamo insieme questi quattro stadi della trasformazione: 1. Uovo: La farfalla femmina depone le uova, solitamente su una foglia, che si schiuderanno dopo alcuni giorni. 2. Bruco (larva): Dall'uovo nasce il bruco, il cui unico scopo è mangiare e crescere. 3. Crisalide (o pupa): Una volta raggiunta la dimensione massima, il bruco si trasforma in crisalide, un involucro protettivo all'interno del quale avviene la metamorfosi. Il bruco si trasforma in una sorta di liquido le cui parti si riorganizzano per diventare una farfalla. 4. Adulto: Dalla crisalide emerge la farfalla adulta. Le sue ali sono inizialmente umide e accartocciate e devono gonfiarsi e asciugarsi prima che la farfalla possa volare. Prima di questa trasformazione il bruco non è affatto bello; tuttavia, è inevitabile questa fase per avere una farfalla. Perché oggi ho iniziato l'omelia con questa domanda di zoologia? Perché anche per noi umani esiste una trasformazione necessaria per poter godere del cielo. Tutti noi sappiamo che dobbiamo morire. La morte non è soltanto per alcuni ma per tutti. Vedere un morto non è attraente, ed è proprio come vedere un bruco. Il cadavere è però soltanto una tappa di questa trasformazione. Ecco perché il cristiano non dovrebbe essere preoccupato quando qualcuno muore. La fede ci dice che noi saremo molto più felici nell'aldilà che nell'aldiqua. I primi cristiani chiamavano il giorno della morte il dies natalis, cioè il giorno della nascita, proprio perché, quando muori inizi a vivere in un 'altra dimensione. Che meraviglia! A questo riguardo vorrei condividere con voi la storia di una ragazza santa dei nostri giorni. Chiara Badano, questo è il suo nome, nasce il 29 ottobre 1971 dopo lunghi anni di attesa, da parte dei genitori. Fin da piccola era molto generosa: all'età di soli 4 anni diede in regalo tutti i suoi giocattoli ai bambini poveri. Nel 1981, conobbe il movimento dei Focolari. Questo evento definì il resto della sua vita che spese tutta per fare sperimentare agli altri l'amore di Dio. Chiara è stata una grande lettrice e una vera sportiva. Amava andare in montagna o al mare, andare in bicicletta o giocare a tennis. Nel 1988, durante una partita di tennis, sentì un dolore fortissimo alla spalla e le fu diagnosticato un tumore aggressivo del tessuto osseo in stadio piuttosto avanzato. Dopo un breve periodo di tristezza e tormento, vince la sua lotta interiore e, da quel momento darà prova di grande ottimismo, offrendo la sua malattia e tutto il suo dolore a Gesù. Pienamente conscia della sua condizione, ha continuato ad adoperarsi per diverse cause caritative. Sino alla fine, volendo mantenere la sua lucidità, per tutto offrire a Cristo, rifiuterà la somministrazione della morfina. Organizzerà il proprio funerale, chiedendo di essere vestita di bianco per andare incontro a Gesù che aveva scelto come suo "primo sposo". All'alba del 7 ottobre 1990 Chiara mori. Chiara non aveva paura della morte perché sapeva che era l'incontro con la persona che più di ogni altra l'amava. Il giorno della sua morte, facendo gli addii disse alla madre: "Mamma ciao, sii felice perché io lo sono". La vita su questa terra è meravigliosa nonostante ci siano tante sofferenze. Pensate quanto più meravigliosa sarà la vita del cielo dove non ci sarà alcuna sofferenza. Gesù ci ha garantito che ci va a preparare un posto. Oggi il vangelo di Giovanni ci dice che Gesù è venuto per fare la volontà del Padre e la volontà del Padre è che Egli non perda nessuno, ma che tutti possano risorgere e avere la vita eterna. C'è un collegamento stretto tra la vita di quaggiù e la vita eterna: qui sulla terra compiamo varie scelte, azioni, parole. Tutto quello che facciamo è come se venisse registrato. Quando moriamo noi sentiremo la registrazione di tutto quello che abbiamo pensato, detto e fatto e in base a ciò godremo subito o meno della vita eterna. Sacerdoti che hanno avuto l'opportunità di ascoltare le confidenze di persone moribonde non hanno mai sentito rimpianti per non avere fatto più soldi o per non avere viaggiato abbastanza, ma spesso sentono dalle loro bocche queste parole: "Padre, come mi dispiace non aver detto a mia moglie quanto le volessi bene! Come mi dispiace non essermi riconciliato con mio fratello! Come mi dispiace di aver calunniato il mio amico per evitare che se la prendessero con me! Come mi dispiace aver dedicato la mia vita al lavoro e non aver dato tempo ai miei figli!" Facciamo allora il proposito di vivere come vorremmo aver vissuto per non arrivare al giorno della morte con rimpianti nel cuore. Diciamo alla nostra mamma quanto le vogliamo bene, giochiamo con il nostro fratellino magari anche quando non lo chiede, condividiamo i nostri giochi con gli amici, etc. Vivere così ci procurerà la vera gioia che ci farà accogliere la morte come una sorella. Per concludere, preghiamo con le parole di S. Francesco tradotte nel nostro italiano: "Lodato tu sia mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun uomo che vive può scappare. Beati quelli che troveranno la morte mentre rispettano la Tua volontà. Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà". Commento a cura di Tiziana Mazzei |