| Omelia (01-11-2025) |
| Omelie.org (bambini) |
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Buongiorno ragazze e ragazzi. Vi siete domandati perché ci ritroviamo qui, radunati insieme, in giorno di sabato? Perché oggi è una festa importante, una festa così importante che la chiamiamo SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI. Il termine "solenne" indica una realtà grandiosa, spettacolare, come per esempio è stata l'intronizzazione di Papa Leone XIV! Solenne è anche il giuramento di un presidente della repubblica, o l'incoronazione di un re. In quella circostanza, tutta la nazione si ferma per vivere insieme quell'evento. Possiamo però anche pensare alla inaugurazione e all'apertura dei giochi olimpici, un evento mondiale che si celebra ogni 4 anni. Allora, come ben capite, anche oggi è una giornata speciale: la solennità di tutti i Santi. In questo giorno non festeggiamo solo i Santi che conosciamo, come San Pietro, San Paolo, San Francesco, Santa Chiara ecc., ma è festa anche per ciascuno di noi. Siamo coinvolti tutti, perché ci riguarda da vicino proprio come comunità di credenti: come Chiesa. Sicuramente qualcuno di voi lo starà imparando a catechismo: la Chiesa è composta da due realtà, quella sulla terra che siamo noi e quella nei cieli che è composta da persone che sono vissute prima di noi e che ora sono defunte. Se avete notato, non ho detto che sono morte, perché questo termine lo usano coloro che non credono nella resurrezione. Noi invece crediamo nella resurrezione di Gesù. Nella recita del Credo ogni domenica affermiamo non solo la resurrezione di Gesù, ma anche la nostra. Tutti coloro che sono morti, credendo in Gesù, non muoiono per sempre ma passano da questa via a una vita altra, diversa, ma sono viventi in Cristo Gesù. Usiamo il termine defunti, perché questa parola esprime che hanno terminato la loro funzione, il loro impegno qui sulla terra ma, come abbiamo già detto, sono viventi e continuano ad amarci, a pregare per noi e a custodirci nel nostro percorso di vita. Tutte queste persone defunte noi le chiamiamo Santi perché vivono insieme al Signore che è il Santo per eccellenza. Non è una gioia pensare che, ad esempio, il nonno o la nonna, anche se non li vediamo, sono vivi e ci sono vicini e continuano ad amarci e a proteggerci anche se in modo diverso? Durante la Messa c'è un momento in cui il sacerdote ci invita a lodare Dio e a lodarlo insieme agli angeli e ai santi. Tutta l'assemblea, in piedi, cioè in modo solenne, canta l'inno del Santo. Siamo noi che cantiamo e sentiamo le nostre voci, ma tutti i santi e gli angeli cantano con noi! È perciò, questo, un momento speciale della celebrazione eucaristica. La santità non si acquista dopo che siamo defunti, ma è un dono che ci viene fatto il giorno del nostro battesimo. Con questo sacramento noi siamo immersi nella santità di Dio. Un vero e proprio dono gratuito, immeritato, ma che chiede tutto il nostro impegno, tutta la nostra vita per farlo crescere. Poche domeniche fa, Papa Leone ha dichiarato santo un ragazzo adolescente, Carlo Acutis, un ragazzo un po' più grande di voi che si è dato da fare, ha fatto crescere questo dono di santità dentro di sé. La sua è una vita che possiamo definire breve ma piena di tante cose, di tanti amici, di tanti interessi, proprio come la vita di tutti voi. La santità di Carlo Acutis, ci mostra che per essere santi non bisogna fare cose straordinarie, ma vivere impegnandosi a volere bene a tutti e a seguire Gesù, il nostro vero maestro, il nostro capoguida nel cammino verso il Padre. Per fare questo abbiamo bisogno di essere orientati verso il buono, il bene e il bello. Chi può orientarci a questo è solo e soltanto il Signore e la sua Parola. E allora anche oggi ci lasciamo guidare da questa Parola che è sempre molto bella e stimolante. Oggi sono stata colpita dal ritornello del salmo responsoriale che dice cosi: "Ecco la generazione che cerca il tuo volto Signore". Queste parole che abbiamo ripetuto insieme per ben 4 volte cosa significano? Proviamo a capirle insieme. "Questa generazione". Il termine "generazione" indica un gruppo di persone nate e cresciute nello stesso periodo di tempo. Queste persone, proprio perché nate nello stesso periodo, vivono e sono testimoni degli stessi eventi storici che possono avvenire nella società, nel mondo, nella cultura, nella tecnologia. Questi eventi importanti segnano, plasmano, condizionano le persone e il loro comportamento. Facciamo solo un esempio per tutti: la musica che piace a voi non piace ai vostri nonni e viceversa, e questo perché appartenete a due generazioni diverse. In chiesa, durante la Messa, ci sono varie generazioni e la cosa bella che abbiamo ripetuto assieme nel Salmo è che tutti noi cerchiamo il volto del Signore. Cosa vuol dire cercare il volto del Signore? Intanto il verbo "cercare" indica che una cosa ci piace: cerchiamo sempre qualcosa che ci piace, ci è utile, qualcosa di prezioso, non è vero ragazzi? Provate a pensare a quando avete perso una cosa a cui tenevate molto. Finché non l'avete trovata non vi siete rassegnati e avete coinvolto anche i vostri fratelli nella ricerca e forse anche i genitori. Il "cercare" dice che quella realtà la consideriamo davvero importante. Infatti noi cerchiamo il Volto del Signore. Avete mai visto un bambino piccolo come cerca il voto della mamma, del papà quando è in mezzo a tanta gente che gli è estranea? E se per caso si trova tra le braccia di una persona di cui non conosce il volto piange! Il volto che conosciamo è quello della persona che amiamo. Gesù non lo vediamo in volto, ma ascoltiamo la sua Parola di amore, i suoi gesti di accoglienza. Ci nutriamo della sua Parola, ci nutriamo della sua vita perché possiamo diventare come lui, capaci di amore senza barriere. Al ritornello, molto bello, seguono delle strofe altrettanto significative: la prima ci racconta e ci mostra Dio che è il creatore, il Signore di tutto il creato. Nella seconda strofa ci domandiamo: "Ma davanti a questo Dio che è il creatore di tutto e di tutti, io sono così piccola cosa... come posso stare davanti a lui?". Ci viene detto che può stare davanti a lui "chi ha mani innocenti e cuore puro, e chi non si rivolge agli idoli". Cosa significa? Le mani dicono le nostre azioni: possiamo stare davanti al Signore se le nostre azioni sono buone, cioè se cerchiamo di fare il bene, di fare il nostro dovere, di aiutare tutti. E il salmo aggiunge anche il cuore puro. Per la Bibbia, il cuore è la sede dei pensieri. Se tu ti impegni ad avere un cuore buono lo riempi di pensieri buoni. I pensieri buoni sono, ad esempio, gioire di un compagno che ha preso un voto migliore di me, stare contenti se a una gara qualcuno è stato più bravo. Alle volte nel nostro cuore invece mettiamo pensieri di invidia, di gelosia che rendono tristi e musoni, anche a casa. E ancora: "chi non si rivolge agli idoli". Chi sono gli idoli per un ragazzo, per una ragazza? I giocattoli, quando non lascio che altri giochino con me. Idoli possono essere anche i dolci, o tutti quei cibi che mi piace tanto mangiare. Idolo potrebbe essere anche un calciatore o un cantante, quando dedico più tempo a lui che al mio dovere, come ad esempio i compiti o aiutare a casa ecc. Penso che queste parole del Salmo di oggi siano davvero belle! Possiamo farle nostre durante tutta la settimana chiedendo al Signore di essere, in modo sempre migliore, la generazione che cerca il suo volto. Buona solennità di tutti i santi! Commento a cura di Piera Cori |