Omelia (01-11-2025)
padre Gian Franco Scarpitta
Testimoni in tutti i tempi dell' amore

Prima di raccoglierci in preghiera per le anime dei nostri cari che ci hanno preceduto nell'incontro con il Signore, ecco che oggi la Chiesa ci invita a venerare, nella loro totalità, tutti coloro che il Signore lo contemplano eternamente nella gloria, avendo ottenuto il premio riservato agli eletti. Mentre possiamo sperare che l'inferno sia vuoto, oggi ci rallegriamo della certezza che il paradiso è popolatissimo. Ad esso hanno fatto accesso tanti nostri fratelli che, scontate le pene temporali ultraterrene, si sono purificate da residuati di colpe e di imperfezioni; vi accederanno anche tante anime di coloro per i quali pregheremo nella giornata di domani, elevando suffragi e lucrando indulgenze, tanti altri trapassati raggiunti dalla misericordia senza limiti di Dio vi sono entrati e tante altre anime godono della comunione divina per l'eternità in quello stato chiamato Beatitudine.
Vi sono però altre persone che al paradiso sono arrivate immediatamente, vi hanno fatto accesso nell'immediato incontro con Dio subito dopo essere trasmigrati dalla vita terrena e che solitamente veneriamo attraverso un culto particolare a livello locale o universale. Oppure, anche qualora non li si venerasse esplicitamente, sono menzionati nei calendari o nelle agiografie. Taluni restano invece sconosciuti e di altri non si è aperto neppure un processo di canonizzazione e probabilmente verranno "scoperti" e venerati pubblicamente dopo tanti secoli. Altri forse non verranno mai annoverati nella prassi degli altari, ma ciò poco importa: al cospetto di Dio godono il premio di eterna gloria in ragione dei loro meriti di testimonianza. Sono coloro che noi definiamo i Santi, chiamati così non soltanto per i loro meriti di gloria eterna ma anche per l'eroismo con cui hanno saputo vivere la perfezione sulle orme del Santo per eccellenza: Gesù Figlio di Dio. Sono coloro che hanno incarnato, ciascuno nella sua particolare vicenda storica, il messaggio evangelico della fede, della speranza e della carità, vivendo così la vita di Dio su questa terra. Sono coloro che, sempre nel loro intento di perfezione evangelica, hanno marciato controcorrente rispetto alla mentalità di questo secolo, che non si sono conformati ad essa, ma hanno sempre cercato di rinnovare se stessi per discernere, sempre e su tutto, la volontà di Dio, procacciando sempre ciò che davvero è perfetto (Rm 12, 2). Ciò anche a costo di subire il martirio ordinario degli scherni, degli oltraggi, persecuzioni, vessazioni, ingiustizie. Come pure la testimonianza del martirio estremo, mettendo a repentaglio la propria vita ed effondendo il proprio sangue per affermare sempre la priorità del Vangelo. I Santi quindi hanno fuggito l'effimeratezza e le felicità passeggere; hanno preso le distanze dalle devianze mondane, e delle perversioni subdole e ingannevoli e si sono guardati dalle scelte e dai costumi dettati dalla mentalità subdola e accattivante del loro tempo, per conformarsi costantemente a Cristo, che per loro è sempre stato l'unico ieri, oggi e sempre (Eb 13, 8). Non si sono insomma lasciati fuorviare dalle mode o dalle mentalità irretenti di ogni epoca, ma hanno sempre vissuto concretamente la loro fedeltà all'unico vangelo e all'unico messaggio che non muta ma che è sempre valido in ogni epoca. Non si sono accontenti della mediocrità o del consueto della vita, ma hanno vissuto l'eroismo, la costanza, la lotta e la perseveranza nei valori, soprattutto nella rettitudine e nell'onestà. Non si sono mai accontentati di non nuocere a nessuno, ma hanno voluto amare e donare se stessi nella carità operosa, non importa quale sia stato il loro carisma specifico. L'amore sincero e disinteressato ha costituito anzi per loro l'unica arma con cui vincere le contrarietà lottando contro il male. Non si sono mai arresi alla costumanza dell'odio, della vendetta e della ritorsione, ma hanno sempre vinto il male facendo il bene (Rm 12, 21), opponendo alla logica di questo mondo l'esemplare della condotta sapiente di cui ci parla la Scrittura soprattutto nella persona di Gesù. Taluni avevano un carattere focoso o poco espansivo; altri allegro e coinvolgente, ma tutti quanti, ciascuno a suo modo, hanno manifestato la gioia di appartenere a Gesù e di questa hanno entusiasmato anche altri.
In una parola, hanno vissuto, testimoniato, perpetrato, la radicalità evangelica in ogni contesto epocale in cui si sono trovati. Hanno vissuto il monito di Dio "Siate Santi, come io, il Signore vostro Dio sono Santo" (Lv 19, 2), il cui riverbero si trova in Gesù: "Siate perfetti come Perfetto è il Padre vostro che è nei cieli"(Mt 5, 48).
Attenzione infatti al termine Santo: esso significa etimologicamente "separato", "sacro", che è peculiarmente dedicato a Dio. Nella Chiesa delle origini il termine veniva ad indicare tutti i cristiani, per il fatto stesso di essersi posti alla sequela di Gesù Figlio di Dio. Di essersi a lui "consacrati" separandosi dal mondo inteso come peccato. Anche Paolo nomina i "santi" riferendosi ai membri delle varie chiese. Sempre agli esordi della Chiesa non occorrevano procedure di beatificazione perché era già scontato che coloro che seguissero costantemente il Signore su tutti i fronti erano destinati alla gloria. Vi era solamente una prassi di preghiera rivolta a coloro che fossero morti a testimonianza della fede (coloro che oggi definiamo i martiri). Tutti i cristiani erano santi perché seriamente impegnati nella reale perfezione in conformità al Santo Giusto per eccellenza, Gesù. Oggi come allora il concetto non è cambiato. Anche se è usuale indicare i soli uomini elevati agli altari, essere santi è vocazione di tutti i battezzati e la perfezione cristiana (santità) è il nostro obiettivo comune. La santità in effetti è un dono acquisito con il Battesimo, da perfezionare giorno peer giorno nei singoli atti di amore e di carità che la vita ci propone di volta in volta. Gli stessi Santi che oggi veneriamo non erano supereroi, ma uomini esattamente come noi, che oggi ci accompagnano e ci ispirano in questo traguardo di perfezione (papa Francesco); ogni stato di vita conduce alla santità e ogni condizione sociale è il luogo dove essa si fomenta e matura. La presenza di questi personaggi che oggi popolano il paradiso dopo aver condotto la testimonianza dell'Agnello (Ap 7, Prima Lettura) ci ravvisano che non possiamo avanzare il pretesto che la perfezione evangelica sia una via impossibile e che imitare Gesù alla perfezione sia utopico e illusorio. Piuttosto, occorre riconoscere che Gesù stesso ci ha dato un'indicazione concreta: le beatitudini, cioè un programma di vita che raggiunge l'ideale della perfezione senza misconoscere le lotte e le apprensioni della vita di ogni giorno. Ed è un itinerario che tanti uomini hanno incarnato ciascuno nel suo tempo, anche nella nostra attualità di tecnologia e di informatica.