Omelia (06-11-2025)
Missionari della Via


Il Vangelo di oggi ci consegna due parabole della misericordia che ci offrono uno spaccato sui sentimenti del cuore di Dio rivelatoci in Gesù. Egli è un Dio innamorato di ciascuno di noi; per Lui ciascuno di noi è prezioso; siamo suoi figli, tutti unici e irripetibili. Perciò non si rassegna a perderci e fa di tutto pur di ritrovarci: non solo si è fatto uomo per salvarci, ma ecco che quando andiamo fuori strada ci smuove con il rimorso della coscienza, ci viene incontro attraverso la parola di una persona cara, mediante una "dioincidenza" che potrebbe farci riflettere... E non appena riesce a ritrovarci e a ricondurci a sé, il Signore esulta di gioia! Che bello sapere che ogni volta che ritorniamo sui nostri passi, che ritorniamo a Lui, che ritorniamo a confessarci, Dio esulta di gioia. Sì, come ripeteva spesso Francesco, Dio non si stanca mai di perdonarci; Egli non solo perdona sempre ma è felice di perdonarci. Non ci perdona con sdegno, non è di manica stretta; no, Dio è un Padre amorevole unicamente desideroso di ritrovare i suoi figli e felice nel momento in cui li può riabbracciare, sapendoli salvi! Tutto ciò oltre a far respirare il cuore, ci aiuta a purificare l'immaginario che abbiamo di Dio; e, al contempo, muove il nostro cuore a vivere i medesimi sentimenti. Dobbiamo ammetterlo: non è facile. Quando qualcuno si sta perdendo, ci vien più facile pensare: "si arrangi". Oppure, se si trova a soffrire per le conseguenze del suo agire pensiamo: "ben gli sta!" Talvolta, feriti e chiusi nell'egoismo, arriviamo anche a provare fastidio (o se non altro a sospettare) per il cambiamento di qualcuno che ne aveva fatte di cotte e di crude. Quanto è ancora piccolo e gretto il nostro cuore! Chiediamo al Signore che ci aiuti ad allargare gli orizzonti, infondendo in noi, per mezzo dello Spirito Santo, i suoi sentimenti; così da darci da fare per la salvezza degli altri; a sentire il bene degli altri come se fosse il nostro stesso bene; a saper valorizzare i piccoli passi nel bene delle persone che abbiamo accanto; a sentire la gioia quando qualcuno, vicino o lontano, torna a Dio o, perlomeno, inizia in qualche modo ad aprirsi a Lui!

«Raramente ci fermiamo a pensare alla pecora scappata. Perché l'ha fatto? Cosa cerca? Cosa vuole? Non lo sapremo mai con precisione. Una cosa però la sappiamo: è una pecora che non si fa trovare facilmente. In effetti, serve del coraggio per farsi trovare dall'amore. Serve una certa forza per accettare di dare vita, perché non è un gesto spontaneo. È necessaria forza di volontà per accogliere la possibilità di vita nuova che il Signore ci offre. Non è come mettersi un vestito nuovo, è qualcosa che chiama in ballo l'interezza della nostra esistenza. Non è facile farsi trovare da Dio, perché Dio va in cerca dei poveretti e a noi scoccia definirci tali. Ma se proprio qui, nell'accettare di esserci perduti, ci fosse il segreto di una vita più serena e piena?» (Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù).