Omelia (03-11-2025)
Missionari della Via


Il detto odierno di Gesù non ha bisogno di essere spiegato quanto piuttosto di essere praticato. Gesù dilata gli spazi della carità, chiedendoci di uscire da quel do ut des (do come tu dai) che spesso ci confina nel darericevere: io invito te e tu inviti me; oppure, dato che tu hai invitato me allora io invito te. E se per qualche strano motivo, io ho invitato te e tu poi non inviti me (o viceversa), apriti cielo! Gesù chiede di amare senza cercare il contraccambio, dunque in modo gratuito, concentrando occhi, cuore e mani su coloro che si trovano in situazioni di sofferenza e di povertà che non possono ricambiare. In questi casi, si sperimenta ancor più come l'amore sia apparentemente "a perdere"; ma proprio quando accettiamo di perdere, ci ritroviamo. Sì, trovi quella gioia intima e profonda che profuma di Dio, quella beatitudine che si sperimenta nel dare proprio come disse Gesù: «c'è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Esercitiamoci dunque alla gratuità, iniziando dal non tener conto di tutto quello che facciamo, rinfacciandolo magari a tempo debito. E, lasciandoci scavare nel cuore dal Signore, chiediamoci seriamente: chi stiamo amando con questa gratuità? Quand'è che abbiamo invitato a casa un povero? Una persona sola che non potrebbe ricambiare? Chiediamocelo e, soprattutto, diamoci da fare per amare come ci ama Dio!