| Omelia (29-10-2025) | 
| don Michele Cerutti | 
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                         Quello che ci viene proposto oggi dalla Liturgia della Parola è un invito a vivere la fede come realtà impegnativa. Non basta fare qualche preghiera per addolcirci il Signore, non basta mettere una monetina nella cassetta delle offerte per accendere una candela e sentirci a posto così la coscienza. Quello che Gesù propone è un giocarsi fino in fondo la nostra relazione con Lui. Dobbiamo essere capaci di vedere il suo passaggio nella nostra vita in mezzo ai fratelli solo così la nostra vita di preghiera diventa autentica. Solo in questo modo ci liberiamo dalla concezione di una salvezza a buon mercato fatta di tanti piccoli impegni assolti per metterci a posto la coscienza. Gesù utilizza un'immagine particolare quella della porta stretta. In altri passi ci aveva detto: è più facile che un cammello entri nel Regno di Dio che un ricco nella cruna di un ago. Sembra quasi una realtà esclusiva quella della salvezza per pochi. Gesù ci viene in aiuto dicendo che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. La salvezza è un dono che chiede la nostra corresponsabilità. Lo sforzo richiesto è sempre minore rispetto all'amore di Dio che permette di entrare nella porta stretta del Regno perché egli ha sacrificato il suo unico figlio. Guardando Lui, volgendo lo sguardo a Lui con una vita coerente ci salviamo. Allora veramente l'invito che ci viene fatto a non aver paura che cadenza il Vangelo possiamo stare certi non è un semplice slogan fatto per rincuorarci, ma un vero e proprio invito ad affidarci a Gesù.  |