Omelia (25-10-2025)
don Michele Cerutti
Commento su Luca 13,1-9

Siamo chiamati ad attingere alla pazienza di Dio. Davanti alle notizie di cronaca siamo tutti capaci di esprimere giudizi affrettati. Eravamo nel COVID e tutti eravamo medici, siamo nelle guerre e siamo tutti esperti di geopolitica. Sempre pronti a cercare un colpevole che può essere anche Dio che interviene nella storia per punire. Alla base una idea sbagliata di Dio stesso.
Gesù invita a esaminarci perché ogni situazione ci spinga alla conversione.
Processo lento quello che Dio ci invita a compiere attraverso il Figlio Gesù.
Il brano termina con una parabola dove viene messo in evidenza la pazienza del contadino che intercede presso il padrone perché l'albero che non porta frutti non venga tagliato, ma si attenda ancora.
Il padrone è Dio che si intenerisce davanti alla proposta del suo dipendente.
La Parola ci esorta proprio all'attesa fiduciosa che ci deve anche aiutare a ponderare la realtà per migliorarci ed essere noi capaci di contribuire nel nostro piccolo a cambiamenti in meglio.
Ci viene in aiuto Ambrogio, il Santo Vescovo di Milano:
Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi.