| Omelia (19-10-2025) | 
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                         COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di don Massimo Cautero Il Vangelo di questa domenica ci parla di preghiera e perseveranza, e per parlarne Gesù usa il racconto della "vedova insistente", che vuole le sia fatta giustizia da un giudice, che l'ascolta e le fa giustizia solo perché essa diventa insistentemente inopportuna con Lui. Gesù usa questo racconto come paradosso per sottolineare sia la necessità di una preghiera perseverante, ma soprattutto per riflettere sulla realtà che la giustizia e la bontà di Dio supera quella umana, perché se un uomo può ascoltare e fare giustizia anche solo per insistenza, tanto più Dio Padre non tarderà ad ascoltare i suoi amati figli ed esaudirli quando questi si rivolgono a Lui. Ovviamente il centro della richiesta della preghiera è la fede, una fede che sa cosa è la promessa di Dio, una fede che ha ascoltato la Parola di Gesù e crede nell'amore di Dio che dona la Vita eterna, la salvezza. La necessità della preghiera nasce essenzialmente per due motivi: "entrare e rimanere" nella relazione con Dio Padre e "tenere acceso" il fuoco della speranza nella vita eterna. La fede quindi si nutre di preghiera, non può farne a meno, e non si tratta di chiedere semplicemente qualcosa ma di stringere una relazione con chi so ha già deciso di salvarmi, portarmi con se nella vita eterna, la sua stessa vita divina. Ovviamente siamo più abituati ad usare la preghiera come semplice richiesta, ossia "chiedo quello di cui ho bisogno e credo sia più importante" (una vita migliore, una guarigione, la risoluzione di una situazione difficile), ma non dobbiamo dimenticare che la richiesta della preghiera cristiana, per essere una preghiera secondo la fede, deve partire proprio dalla coscienza della salvezza che Gesù ha realizzato nella Risurrezione per l'Amore di Dio Padre. Tutto quello che chiediamo deve essere a sostegno di questa coscienza, inoltre la preghiera non deve mai perdere il senso del ringraziamento per le meraviglie che Dio ha compiuto per noi ed in noi, per il dono della vita eterna. Per questo la preghiera cristiana più importante è la preghiera Eucaristica, nella celebrazione eucaristica, ricordando che "Eucarestia" vuol dire proprio "ringraziamento". Poi con la preghiera è giusto che si chieda anche un gesto di amore che ci rassicuri, un aiuto, magari anche un miracolo che, chiesto ed ottenuto, non va però confuso col fine della preghiera stessa che rimane sempre la relazione d'amore col Padre e il ringraziamento per il dono della salvezza. Una preghiera ben fatta parte ed arriva alla coscienza della salvezza, deve insistere molto perché questa coscienza entri in una relazione stabile con Dio, per entrare nel futuro eterno che ci aspetta, senza dimenticare il fatto che la provvidenza e l'amore di Dio non tardano mai ad ascoltare i figli amati quando questi si rivolgono a Lui riconoscendolo come Padre.  |