Omelia (27-10-2025)
Missionari della Via


Questa donna inferma da diciotto anni non chiese nulla eppure Gesù la vide e la chiamò. Fu guarita ma non ci fu nessuna gioia intorno a lei. Come fu dimenticata da diciotto anni, incurvata come un animale a quattro zampe, esclusa dallo sguardo di tutti, lo fu anche in quel giorno, in cui poté raddrizzarsi e glorificare Dio. Era ignorata al punto che proprio colui che era incaricato di custodire le cose di Dio, il capo della sinagoga, non si rivolse a lei ma alla folla, con un rimprovero sorprendente e collettivo, come a dire: "Non vi venga in mente di cercare guarigione da Dio di sabato!". Una frase che oggi ci strapperebbe quasi un sorriso per la sua assurdità, ma che in realtà ci mette di fronte a una verità scomoda: la fede vissuta in modo superficiale può trasformarci in burocrati del sacro, più attenti alle regole che alla misericordia, più legati alla forma che alla sostanza. Quanti litigi anche nelle chiese e nelle famiglie perché siamo attenti alle superficialità. Se in una famiglia, in una chiesa, in una comunità ci si vuole fare santi, si va alla sostanza, si cammina in avanti, si perdona, si cresce! È triste che luoghi come quelli familiari o ecclesiali, che dovrebbe essere espressione di amore, diventino luoghi di teatro, di pettegolezzo, occasioni per mascherarsi, per vestire una religiosità priva di spirito. Non giudichiamo in modo affrettato il capo della sinagoga, perché potremmo somigliargli molto! Anche noi possiamo vergognarci di Gesù perché ci chiede il cuore e non una fede superficiale, e spesso non ne siamo capaci. Allora oggi chiediamo al Signore che ci doni il suo Spirito, che ci renda capaci di un amore grande come il Suo, di una spiritualità autentica che cambia la vita e rende gioia al mondo.

«La carità non è l'amore di cui noi siamo capaci, la caritas è l'amore che noi riceviamo dal Signore, un amore che trasfigura proprio tutto quello con cui noi possiamo metterci, e dobbiamo metterci in gioco, perché la nostra esistenza racconti con la vita il Vangelo di Cristo. Oggi è San Gregorio Magno e lo omaggio evocando il suo celebre gioco di parole. "Viva lectio, vitae sanctorum", la vera lettura delle sante scritture, potremmo dire il vero ascolto delle sante scritture è appunto una vita santa, ma non ci può essere santità di vita se l'uomo e la donna nella loro umiltà non si scoprono bisognosi di una vera e propria trasfigurazione che solo lo Spirito compie fino in fondo nella nostra carne, nel nostro cuore, nei nostri pensieri, fino a condurci, direbbe Paolo, pensate un po', questa ascesa bellissima, al nus stesso di Cristo, al pensiero di Cristo» (p. Bernardo Gianni).