Omelia (17-10-2025)
Missionari della Via


Nel Vangelo si racconta di migliaia di persone che cercano Gesù, ma nel farlo si calpestano a vicenda. In mezzo a questa folla disordinata, Gesù sceglie di rivolgersi prima ai suoi discepoli. È un gesto che ci suggerisce un modo diverso di stare con Lui: non come chi cerca miracoli e vantaggi personali, arrivando persino a ignorare o ferire l'altro, ma come fratelli e sorelle che desiderano imparare ad amare. Anche noi possiamo frequentare la Chiesa e, nel frattempo, calpestare gli altri e trattare Gesù come un talismano porta fortuna. Il lievito farisaico può insinuarsi nelle nostre liturgie, nelle comunità, negli incontri: è l'ipocrisia che si veste di devozione. Ma a coloro che vogliono seguirlo davvero, Gesù chiede di prendere le distanze da questa influenza sottile e pervasiva, contrapponendo ad essa la luce, la trasparenza e la limpidezza di chi sceglie la verità e l'amore come stile di vita. È una chiamata a venire alla luce (cf Gv 3,19-21), perché l'ipocrisia è un vizio morale che provoca una distorsione della relazione e genera inferno. Solo nell'autenticità possiamo essere veri discepoli, fratelli e sorelle che non passano il tempo a calpestarsi e distruggersi ma investono nella fraternità. Sembra quasi che Gesù voglia dirci che dobbiamo avere paura di essere ipocriti, perché per l'ipocrita venire alla luce sarà mortificante, anche davanti a Dio. Allo stesso tempo, Dio ci dice di non aver paura della quotidianità della nostra vita, che procede più o meno linearmente; non aver paura di essere inadatti, di non farcela, perché per Lui noi valiamo tanto. Gesù ci dice: "fidati di me, io ho in mano la tua vita, anche i tuoi capelli sono contati!". Vivere in modo limpido e senza ipocrisia ripaga sempre e ci aiuta a combattere quello spirito triste e disfattista che può abitare il nostro quotidiano. Non mettiamoci in competizione con gli ipocriti, che sia al lavoro, nelle relazioni sociali, in famiglia, nella comunità cristiana; non cadiamo nella trappola del "così fan tutti", perché Gesù ci dice: «Dico a voi, amici miei: non abbiate paura».

«L'ipocrita non è capace di amare veramente si limita a vivere di egoismo e non ha la forza di mostrare con trasparenza il suo cuore. Ci sono molte situazioni in cui si può verificare l'ipocrisia. Spesso si nasconde nel luogo di lavoro, dove si cerca di apparire amici con i colleghi mentre la competizione porta a colpirli alle spalle. Nella politica non è inusuale trovare ipocriti che vivono uno sdoppiamento tra il pubblico e il privato. È particolarmente detestabile l'ipocrisia nella Chiesa, e purtroppo esiste l'ipocrisia nella Chiesa, e ci sono tanti cristiani e tanti ministri ipocriti. [...] Fratelli e sorelle, pensiamo oggi a ciò che Paolo condanna e che Gesù condanna: l'ipocrisia. E non abbiamo paura di essere veritieri, di dire la verità, di sentire la verità, di conformarci alla verità. Così potremo amare. Un ipocrita non sa amare. Agire altrimenti dalla verità significa mettere a repentaglio l'unità nella Chiesa, quella per la quale il Signore stesso ha pregato» (Papa Francesco).