Omelia (16-10-2025)
Missionari della Via


Il Vangelo ci mette in guardia: c'è il rischio di riconoscere il valore dei profeti solo quando non ci sono più, quando la loro voce è ormai spenta. Eppure, la profezia non è fatta per compiacere ma per scuotere. Non è comoda e proprio per questo ci provoca, ci chiama al cambiamento. Quando scegliamo di zittirla, di voltarle le spalle o di ignorarla per non essere disturbati, non lo facciamo senza conseguenze: ogni rinuncia all'ascolto autentico è una responsabilità che ci accompagnerà. Infatti, non siamo responsabili solo del presente ma anche di ciò che ci ha preceduto e che ci seguirà. Ogni volta che, con gesti, parole, silenzi o omissioni abbiamo ostacolato il bene o taciuto di fronte all'ingiustizia subita da altri, abbiamo contribuito a perpetuare il male. E quando scegliamo di non denunciare, quando alimentiamo narrazioni crudeli sulla vita altrui, diventiamo complici. Sappiamo erigere altari con grande maestria ma spesso lo facciamo solo dopo aver ignorato, ferito o abbandonato chi oggi celebriamo. Offriamo onori tardivi a coloro cui abbiamo negato ascolto, dedicando loro il silenzio quando avrebbero avuto bisogno di voce e presenza. E con la stessa abilità, svuotiamo il passato del suo peso, lo addomestichiamo, lo rendiamo innocuo. Così dimentichiamo le ferite che abbiamo contribuito a infliggere, come se il tempo potesse assolverci senza il coraggio della memoria. Anche nelle relazioni più intime, come quelle familiari, spesso scegliamo l'omertà. Tutti sanno ma nessuno agisce. Ci rifugiamo nell'indifferenza, come se non fossimo responsabili di ciò che ci circonda. Gesù ci chiama a responsabilità, dovunque siamo, perché il bene non trova sempre spazio nel mondo.

«Non sempre il bene trova, attorno a sé, una risposta positiva. Anzi a volte, proprio perché la sua bellezza infastidisce quelli che non lo accolgono, chi lo compie finisce con l'incontrare dure opposizioni, fino a subire prepotenze e soprusi. Agire nella verità costa, perché nel mondo c'è chi sceglie la menzogna, e perché il diavolo, approfit-tandone, spesso cerca di ostacolare l'agire dei buoni. Gesù, però, ci invita, con il suo aiuto, a non arrenderci e a non omologarci a que-sta mentalità, ma a continuare ad agire per il bene nostro e di tutti, anche di chi ci fa soffrire. Ci invita a non rispondere alla prepotenza con la vendetta, ma a rimanere fedeli alla verità nella carità. I martiri ne danno testimonianza spargendo il sangue per la fede, ma anche noi, in circostanze e con modalità diverse, possiamo imitarli» (Papa Leone XIV).