Omelia (15-09-2025) |
Missionari della Via |
Maria, la madre di Gesù, stava presso la croce di suo Figlio. È necessaria questa sottolineatura: presso la croce di Gesù. È necessaria perché noi stiamo a volte sotto il peso di una grande croce ma non la croce di Gesù! Tante volte ci capita di dire: "Gesù mi ha mandato questa croce!". Oltre al fatto che Gesù non manda croci, dovremmo anche domandarci se quella croce non sia una croce (un peso) fuori dalla volontà di Dio. A volte una croce è pesante perché nasce da un nostro peccato; a volte è pesante perché desideriamo cose che non rientrano nella volontà di Dio per noi; a volte è pesante perché non accettiamo la realtà per quella che è. Per questo Gesù ci dice: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,28-30). Questa parola ci dice che vi è una stanchezza, un'oppressione, un'inquietudine che viene dal non portare il giogo di Gesù. Vi è invece una stanchezza santa, quella stanchezza che nasce dalla consapevolezza di aver cercato di compiere con tutte le forze la volontà di Dio. Per questo Gesù ci dice che prendendo il suo giogo troveremo ristoro per le nostre anime. Oggi vogliamo dunque domandarci: il peso che stiamo portando, le difficoltà che stiamo affrontando rientrano nella volontà di Dio? E ancora, dato che sta scritto: «tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil 4,13), sto chiedendo al Signore la grazia e la forza per affrontare le difficoltà della vita o penso di bastare a me stesso? «Gesù disse a sua madre: "Donna ecco tuo figlio". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!"» (19, 25-27). (Con queste parole di Gesù), in quel momento, Maria diventa madre un'altra volta. La sua maternità, si allarga nella figura di quel nuovo figlio, si allarga a tutta la Chiesa e a tutta l'umanità. E noi, oggi, non possiamo pensare Maria senza pensarla madre. E in questo tempo in cui si avverte un senso di "orfanità", questa parola ha un'importanza grande. Gesù, cioè, ci dice: "Non vi lascio orfani, vi do una madre". Un'eredità che è anche il nostro orgoglio: abbiamo una madre, che è con noi, ci protegge, ci accompagna, ci aiuta, anche nei tempi difficili, nei momenti brutti» (Papa Francesco, 15 settembre 2015). |