Omelia (16-08-2025) |
Missionari della Via |
Tanti bambini vanno da Gesù e i discepoli cercano invano di fermarli. Al tempo di Gesù i bambini erano visti come un fastidio, come "mezzi uomini". Insomma, i bambini erano tra gli ultimi. Gesù anzitutto invita a cambiare atteggiamento, assumendo i tratti della tenerezza e del profondo rispetto. Uno dei grandi problemi educativi è quello di pensare che i bambini non capiscano le cose.; sottovalutare la capacità di comprensione dei bambini può portarli a essere trattati in modo paternalistico anche da adulti, limitando la loro autonomia e capacità critica. Invece, sin da piccoli non solo siamo estremamente recettivi, ma portiamo già nel cuore le domande dei grandi. Educare i bambini significa aiutarli a tirar fuori quel potenziale di bene che hanno dentro, accompagnandoli nel giusto modo a seconda delle varie età. Questo richiede un profondo rapporto con Dio (tant'è che don Bosco diceva che Dio possiede le chiavi dell'educazione e a Lui dobbiamo chiederle), una grande carità e di spendere del tempo per formarci. Non sempre i modelli educativi dei nostri genitori, pur nei loro lodevoli sforzi, sono stati impeccabili. Gesù, dunque, invita ad accogliere i piccoli con amore, con tenerezza, e addirittura invita ad imparare da loro. In effetti, ci sono maestri in tante cose: i bambini sanno fidarsi, mentre gli adulti sono spesso calcolatori; i bambini sanno rialzarsi, mentre gli adulti spesso rimuginano e passano il tempo a piangersi addosso o a giustificare le loro cadute; i bambini pregano in modo diretto, mentre gli adulti a volte si complicano la vita; i bambini sanno chiedere scusa, mentre gli adulti spesso si arrampicano sugli specchi; i bambini sanno osare, mentre gli adulti vanno spesso in cerca di mille rassicurazioni prima di fare un passo, anche minimo «Dovremmo allora imparare la lezione che ci viene dai bambini, non tanto nell'essere sprovveduti nel modo di vivere, o ingenui, ma nella capacità di essere semplici, cioè di saper puntare tutto sull'essenziale, su ciò che conta e non su ciò a cui noi diamo solitamente importanza perché preoccupati del giudizio degli altri, di noi stessi e molto spesso di quello di Dio. Non si fa molta strada quando ci si sente addosso uno sguardo di giudizio. È la fiducia, la benevolenza, che tira fuori i capolavori. I bambini sanno far tesoro di questo sguardo. Ciò li rende capaci del regno di Dio più di tutti gli altri» (omelia, don Luigi M. Epicoco). Ecco il prezioso insegnamenti di Gesù: si è partecipi del Regno di Dio (dunque del suo modo di vivere e amare) se sappiamo accogliere i piccoli e farci piccoli! «Oggi chiediamo al Signore che tutti i genitori e gli educatori del mondo, come anche l'intera società, si facciano strumenti di quell'accoglienza e di quell'amore con cui Gesù abbraccia i più piccoli. Egli guarda nei loro cuori con la tenerezza e la sollecitudine di un padre e al tempo stesso di una madre. Penso a tanti bambini affamati, abbandonati, sfruttati, costretti alla guerra, rifiutati. È doloroso vedere le immagini di bambini infelici, con lo sguardo smarrito, che scappano da povertà e conflitti, bussano alle nostre porte e ai nostri cuori implorando aiuto. Il Signore ci aiuti a non essere societàfortezza, ma societàfamiglia, capaci di accogliere, con regole adeguate, ma accogliere, accogliere sempre, con amore!» (Papa Francesco, Angelus 4 ottobre 2015). |