Omelia (12-08-2025)
Missionari della Via


Il Vangelo di oggi ci consegna una parte di quello che gli studiosi chiamano "Discorso Ecclesiastico" dove Gesù tocca il tema delle relazioni nella comunità credente. Da dove si parte? Dall'importanza dei piccoli, che non sono soltanto i bambini: sono anche tutte le persone semplici, povere, dalla fede ancora germinale o comunque spontanea o poco formata. Sono coloro che, secondo una mentalità funzionalista (e mondana) sono i "meno importanti", quelli che contano poco. E invece il Signore parte proprio da loro, invitandoci tutti a cambiare sguardo e criteri di valutazione. Anzitutto Gesù propone i bambini addirittura come modello, dicendoci che nel regno dei cieli è grande chi si fa piccolo come loro. È bello guardare come pregano i bambini, come si fidano i bambini; tra l'altro spesso i bambini si confessano anche meglio dei grandi! Dunque è davvero grande non chi è freddo, calcolatore, arrivista, cultore della propria immagine, ma semplice, diretto, capace di fidarsi.
Poi Gesù mette in guardia dal disprezzare anche uno solo di questi piccoli, dato che i loro angeli contemplano sempre il Padre che è nei cieli. Abbiamo qui una lezione importante che a volte fatichiamo a comprendere. Quante volte i poveri, gli ammalati, i portatori di handicap non solo non sono integrati ma talvolta isolati, scherniti, allontanati? Quanta sofferenza viene recata loro a causa di atteggiamenti freddi, a volte pungenti ed escludenti. Fatichiamo ad accoglierle e se non le vediamo più ne siamo quasi sollevati! Fa pensare quanto dovette scrivere san Giacomo già nei primissimi anni del cristianesimo: «Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo [...] sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: "Tu siediti qui, comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti là, in piedi", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello", non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero!» (Gc 2,16). Chiediamoci: oggi le cose sono cambiante ovunque? Ci farà bene ricordare le parole di Gesù: «Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli [...] Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Che bello se fosse anche la nostra volontà! Perciò chiediamo al Signore che ci aiuti a saper accogliere i piccoli, a custodirne la fede e a metterci in cerca di loro qualora si fossero allontanati. Perciò Gesù esorta a non disprezzarli, ricordandoci il loro valore agli occhi di Dio! E altrove Gesù ricorderà con ancor più forza: «tutto quello che avete fatto [o non avete fatto] a uno di questi miei fratelli più piccoli l'avete fatto [o non l'avete fatto] a me» (cf Mt 25,3146). Infine, mediante la famosa parabola della pecora perduta, Gesù invita a cercarli con ogni sollecitudine qualora si siano allontanati per un motivo o per un altro, incarnando gli stessi sentimenti di Cristo, disposto a tutto pur di non perdere una persona soltanto! Che queste parole possano aiutarci a setacciare la nostra coscienza e a crescere nell'amore all'interno delle nostre comunità!