Omelia (11-08-2025)
Missionari della Via


Gesù è il Figlio di Dio, il Signore di tutto, e di certo non gli toccherebbe pagare le tasse ma essendosi fatto uomo ha vissuto in tutto e per tutto la nostra condizione umana. Se è vero che il Vangelo di oggi ci esorta a rispettare le leggi dello Stato e a dare buona testimonianza in tutto, sullo sfondo il Signore ci insegna anche l'importanza di non scandalizzare nessuno. Il Vangelo ci mostra la sua grande delicatezza d'animo; Gesù rinuncia ad un suo possibile privilegio pur di non ostacolare la fede. Questo ci interpella sulla nostra delicatezza nei confronti degli altri e sul grande rispetto che dobbiamo avere per la coscienza del fratello o della sorella. Non scandalizzare anzitutto chiede di evitare il male in ogni sua forma: parole cattive, scelte non evangeliche, modi di fare mondani e cattivi... Insomma, tutto ciò che può essere un ostacolo per la fede delle persone e la loro salvezza eterna. Non solo. Non scandalizzare potrebbe chiedere di rinunciare ad azioni lecite e buone che però i più fragili potrebbero travisare. San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, al cap. 8, riferisce un fatto. In quel tempo vi erano templi dedicati ad altre divinità e si offrivano delle carni agli idoli. Che succedeva? Che alcuni cristiani partecipavano a dei banchetti sacri dedicati a quelle divinità (dato che magari c'erano loro conoscenti e amici), dicendo: che male c'è? Tanto non esiste alcun idolo! Zeus, Apollo, Artemide non esistono; i loro templi? Insignificanti. La carne immolata a loro? Carne come tutte le altre. Il problema è che questa superficialità scandalizzava i cristiani dalla coscienza più debole o non ancora maturi nella fede; per costoro significava che anche nel cristianesimo si dà valore a quelle divinità. Perciò san Paolo scrive: «se uno vede te, che hai la scienza, stare a convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo debole non sarà forse spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? Ed ecco, per la tua scienza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando contro i fratelli e ferendo la loro debole coscienza, voi peccate contro Cristo. Per questo se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello» (1 Cor 8,1013). San Paolo stesso, per non scandalizzare nessuno, nonostante fosse interamente consacrato all'annuncio del Vangelo, preferì non avvalersi del diritto ad essere aiutato dalla comunità ma lavorò con le sue mani come tessitore di tende. Questo ci ricorda che nella vita non è soltanto importante evitare il male ma evitare anche tutto ciò che può ferire una coscienza debole. Facciamo un altro esempio più odierno; in Africa solitamente non si fuma vicino alle chiese, specie sul sagrato, perché è considerato un peccato e un atto estremamente irrispettoso. Anche per questo noi missionari cerchiamo di evitare che si fumi nell'area della chiesa dove operiamo. La risposta ricevuta da alcuni quando l'abbiamo spiegato? "E che male c'è se mi fumo una sigaretta? Si abituano!". A parte il fatto che fumare fa male e danneggia il nostro corpo, che è dono di Dio e Tempio dello Spirito (e fa sprecare un sacco di soldi che potrebbero essere destinati a ben altre opere buone); ma poi dov'è il rispetto per la coscienza altrui? Se posso evitare una cosa che (in questo caso fa male e) può ferire la sensibilità di una persona, perché non farlo? Dinanzi a tutto ciò, chiediamo al Signore che ci aiuti a coltivare un animo sensibile, empatico, capace di sentire il bene dell'altro come se fosse il nostro.