Omelia (15-08-2025)
don Michele Cerutti
Vergine Madre figlia del tuo Figlio

Scrivo qualche riflessione dopo che un amico mi ha chiamato oggi in ospedale per entrare nella stanza dove si trova la moglie con un bimbo nato da un'ora. Davanti a me vedo una bellissima icona una mamma che allatta un neonato. Mi risuonano le parole del Vangelo di oggi: "Beato il grembo che ti ha allattato".
Questa è la beatitudine che va coniata per ogni mamma, la mia o quella di qualsiasi persona nata su questa terra.
La vita che nasce qualunque essa sia è una benedizione di Dio segno del Suo amore.
C'è, tuttavia, una beatitudine che è di Maria e che può riguardare ciascuno di noi se tendiamo a Lei come modello: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Ci viene in aiuto Agostino d'Ippona: «vale di più per Maria essere stata discepola di Cristo anziché madre di Cristo».
L'importanza del discepolato di cui Maria è icona.
Guardando a Lei comprendiamo che in Lei si compendiano le beatitudini.
Ella si mette all'ascolto e all'osservanza della Parola perché prima di tutto ha una caratteristica fondamentale: la povertà di spirito.
Tutto ciò le ha permesso di affrontare le prove con la gioia della speranza e nello stesso tempo ha quella capacità di custodire, mantenere e conservare la quiete e la pace del cuore, senza turbarsi.
Nell'enciclica Dives in misericordia, Giovanni Paolo II, descrive l'esperienza propria della misericordia in Maria con le seguenti parole: «Nessuno ha sperimentato, al pari della Madre del Crocifisso, il mistero della Croce, lo sconvolgente incontro della trascendente giustizia divina con l'amore: quel "bacio" dato dalla misericordia alla giustizia. Nessuno al pari di lei, Maria, ha accolto col cuore quel mistero».
La Vergina è Madre della pace e viene in aiuto a coloro che soffrono e la cui pace è sottoposta a dure prove.
Davanti a Lei non si può rimanere che in questo giorno con gli occhi aperti e pieni di stupore per il dono così grande che Dio ha fatto all'umanità.
Uomini induriti nel corso della storia non si son potuti che limitare a inchinare la loro vita a questa Donna meravigliosa che è Maria. Essi sono diventati eco meraviglioso dell'esultanza di quella voce che sale dalla folla nel Vangelo di oggi.
Penso a J. K. Husymans (1848-1907), che ha trascinato quasi tutta la sua vita tra esperienze nefaste, attrazione per il satanismo, smarrimento e vuoto. Dopo la pubblicazione del suo famoso romanzo A rebours (Controcorrente, Alla deriva), venne detto che dopo un libro del genere «non le resta che la bocca di una pistola o i piedi della croce». Huysmans scelse i piedi della croce: lo spettacolo di una "messa nera", cui aveva preso parte, e i vari riti satanici lo avevano sconvolto nel profondo. Convertito, rimase fedele agli impegni cristiani e morì santamente. Nel romanzo La cathédrale il protagonista Durtal così prega la Madonna:
Ah, Vergine santa, santa Vergine, abbiate pietà delle anime che si trascinano tanto pietosamente
quando non sono più attaccate alle vostre vesti.
Abbiate pietà delle anime indolenzite
per le quali ogni sforzo è una sofferenza.
Abbiate pietà delle anime che nulla riesce a
sgravare e che sono afflitte da tutto!
Abbiate pietà delle anime senza tetto e senza focolare,
delle anime vagabonde, incapaci di trovarsi insieme.
Abbiate pietà delle anime deboli e affrante.
Abbiate pietà di tutte le anime come la mia. Abbiate pietà di me!