Omelia (10-08-2025) |
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COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di don Massimo Cautero Sicuramente abbiamo sentito tutti parlare di "consigli evangelici", nella versione classica essi sono quelli della povertà, castità ed obbedienza, ma col Vangelo di oggi andiamo un po' più a fondo e prendiamo alla lettera il consiglio che Gesù esprime ai suoi: non fatevi trovare impreparati e tenetevi pronti, non adagiatevi, non vi addormentate, alleggeritevi di quello che non vi serve, non mollate tenete duro nonostante tutto. Tutti consigli che per essere presi sul serio chiedono una premessa essenziale, premessa senza la quale tutte le "fatiche evangeliche" sono inutili: la premessa della fede! Se non ho fede, se non credo che Gesù è il Salvatore, Colui che, vinta la morte, mi dona la vita eterna, la resurrezione, perché dovrei seguire i consigli evangelici? Perché dovrei aspettare il ritorno di Gesù (il padrone della parabola del Vangelo di oggi!)? Perché dovrei rinunciare alle ricchezze di questo mondo ed arricchirmi per il Regno dei Cieli? Senza la fede nella resurrezione, senza la speranza che l'amore di Dio mi faccia vivere eternamente, abbandonare le logiche di questo mondo, le ricchezze di questo mondo, non ha senso, come non ha senso avere la fede e abbandonare quello che la fede mi promette, la vita eterna che Gesù mi ha regalato. L'amore è l'unica pratica che mi fa arricchire nella fede e mi introduce nella dinamica della vita eterna, non un amore generico ma un amore che trova la sua ragione di esistere proprio in quei consigli di cui sopra: se amo sarò sempre pronto ad amare e attendere l'amore; se amo la rinuncia a ciò che del mondo va contro l'amore non sarà un peso né qualcosa di insopportabile; se amo fare il necessario per amare sempre più perfettamente sarà il modo in cui comprenderò la vita, ed il suo dirigersi verso l'eternità. Rimane ancora una risposta che il Vangelo di oggi da alla domanda "come si ama secondo il Vangelo?", e la risposta è "servendo"! "Beato quell'amministratore fidato che servirà la razione di cibo ai servi", ovvero si farà servo dei servi, non per dovere ma per fiducia, cioè per fede, rivelando che servire è la forma dell'amore della famiglia di Dio! Chi entra nella logica del servizio, come Gesù ci ha servito, entra nella logica dell'amore stesso, non possiamo illuderci anche perché se è il servizio a dirci cos'è l'amore questo vuol dire che ho bisogno di qualcuno da servire, qualcuno che per il mio servizio diventa mio fratello, nella coscienza che se non ho fratelli da servire non ho modo di amare come il Signore mi dice di amare ma, per fortuna, in questo mondo non mancheranno mai fratelli da servire -e quindi da amare-, devo solo guardarmi intorno, devo solo abbandonare le logiche di questo mondo che non vuole che gli uomini si amino e diventino fratelli, questo mondo a cui fa comodo l'odio e non l'amore. |