Omelia (10-08-2025)
padre Paul Devreux


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Ho ricevuto il suo regno! Quanto ne sono cosciente? Mi rendo conto di quante generazioni di cristiani hanno dato la loro vita affinché io potessi nascere e vivere in un mondo meno bestiale e più umano? Il Regno di Dio è un lento divenire e va portato avanti. Oggi tocca a me farlo.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Questa è la cosa importante: Ha cosa sono attaccato? In cosa e in chi confido? Il mio cuore dove cerca la felicità? Nelle cose o nelle persone? Il Regno di Dio non è fatto di cose, ma di persone.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Questo è l'atteggiamento dell'innamorato di Dio. Di chi cerca in Dio la spalla dove appoggiarsi.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! È difficile immaginare che Dio ci ama così tanto. Un Dio che si commuove quando scopre un uomo che lo prende sul serio! Beato chi scopre questo Dio e fa l'esperienza di essere servito veramente da lui; è bellissimo.
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo». Attenzione; questa non è una minaccia. È l'invito a prendere coscienza del fatto, che se sono distratto da tante cose, quando passa il treno, lo perdo. Qui è Dio che passa nella mia vita. M'interessa, sono entusiasta o il mio cuore è altrove?
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Non chiede i conti. La sua gioia è vederci felici.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. La sorte dell'infedele è quella di non conoscere Dio e quindi non può contare su di lui.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Il chiedere è segno di amicizia e di stima. Difficilmente chiedo ad uno sconosciuto per strada. Signore grazie per ogni volta che mi coinvolgi nei tuoi progetti e mi doni di poter fare qualcosa per il tuo regno. "Venga il tuo regno".