Omelia (03-08-2025) |
padre Ermes Ronchi |
Un pizzico di anima nel futuro Spiritualità vera è saper godere con poco, è condividerlo con chi ha fame, sete, un sogno o è solo; è il ritorno sereno alle piccole cose, alle persone, alla natura. E al ringraziare. "Maestro, dividi l'eredità tra me e mio fratello". Da sempre la fratellanza affatica intere famiglie. Come due domeniche fa, con Marta e la sorella. E Gesù cosa fa? Scavalca, va oltre le domande, passa a un piano più profondo. E lo fa con una storia: si inventa la parabola dell'uomo ricco, euforicamente preso dentro il vortice delle molte cose: Ho molti soldi per molti anni. Anima mia, mangia, bevi, riposa e divertiti". Niente di sbagliato fino a qui. Il Vangelo non è moralista, non vuole disamorarci della vita, della gioia di vivere. Gesù stesso ha tra i suoi seguaci gente anche molto ricca, come Zaccheo, Lazzaro, Giuseppe d'Arimatea, donne con molti averi. Ma la felicità non può mai essere solitaria ed ha a che fare con il dono. L'innesco del dramma è la solitudine dell'uomo ricco, il suo deserto di relazioni: nessun volto, nessuno in casa, nessuno nel cuore. Neanche Dio. E quando ragiona tra sé e sé, quest'uomo ha un solo aggettivo nel suo vocabolario: "mio": i miei raccolti, i miei magazzini, la mia vita, dirò a me stesso, anima mia. Questa stregoneria del "mio" è la passione più stupida che ci sia. Stolto, questa notte stessa ti sarà chiesta indietro la tua vita. Stolto non vuol dire cattivo o disonesto, ma poco intelligente, perché ha sbagliato investimento. Lui investe sulle cose, cose che hanno un fondo, ma il fondo delle cose è vuoto. Altro che magazzini più grandi, è lì la tomba della sua anima! "E se l'anima scende dal suo trono, la terra muore" (M. Gualtieri). Gesù ci richiama a un rapporto sano con il futuro, che è fatto di anima: essere vivi domani mattina non è un diritto, è un dono. Rivedere il sole e i volti cari, non mi è dovuto. E' un regalo di cui ringraziare con tutta l'anima. Metti un po' di anima nel tuo futuro! Gesù così propone due semplici leggi evangeliche, che però cambiano ogni logica economica: 1. Non accumulare. Il problema di chi è ricco è di non avere mai abbastanza; all'avido, tutto non basta mai. Ma si può aver bisogno di poco, e vivere molto. Non consumare compulsivamente, sappi godere di ciò che hai, resta fedele al tuo pane quotidiano, al poco che ti dà pace: a quel briciolo di allegria, alla gioia sufficiente per cantare, a quel filo d'amicizia per sorridere. 2. Se hai qualcosa, è per condividere. I tuoi granai sono le case dei poveri. Il tuo IBAN è il loro indirizzo. Davanti a Dio siamo ricchi solo di ciò che abbiamo condiviso; anche di un solo sorso d'acqua fresca donato, di un cuore capace di perdono per sette o per settanta volte sette. Alla fine sulle colonne dell'avere troveremo solo ciò che abbiamo perso per qualcuno. La spiritualità vera è la capacità di godere con poco, e quel poco che hai di condividerlo con chi ha fame, sete, un sogno, o è solo; è il ritorno sereno alle piccole cose, alle persone, alla natura. E al ringraziare. |