Omelia (03-08-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
COSA RESTERÀ DI TE? I. Nel 2014, nel cuore delle Langhe piemontesi, morì un viticoltore che per cinquant'anni aveva curato con amore la sua vigna, producendo il prezioso vino Barolo. Alla sua morte, lasciò in eredità quella vigna ai suoi due figli, nella speranza che potessero continuare insieme quel lavoro. Ma i due, che da piccoli giocavano tra i filari, non riuscirono a mettersi d'accordo su come gestirla: uno voleva portare avanti la produzione familiare, l'altro desiderava vendere tutto e investire altrove. Cominciarono i silenzi, poi le lettere degli avvocati, infine le accuse. Durante la vendemmia del 2016, uno dei due si presentò con un perito e intimò di bloccare la raccolta: "Non puoi raccogliere anche la mia uva", disse. I braccianti se ne andarono, e i grappoli rimasero a marcire. Da allora i due fratelli, pur vivendo nella stessa zona, non si sono più rivolti la parola. Si ignorano come due estranei. II. Qualcuno potrebbe pensare: è il segno dei tempi, del nostro mondo individualista e avido. Ma la lotta per l'eredità è un dramma antico, che attraversa ogni epoca e ogni cultura. Anche nel Vangelo di questa Domenica troviamo un caso analogo. Un uomo si avvicina a Gesù e dice: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". Forse aveva subito un'ingiustizia, forse cercava equità. Gesù però non entra nella contesa, non prende posizione, ma sposta lo sguardo. Perché il problema vero non è chi ha ragione, ma cosa rischiamo di perdere quando l'unico metro che usiamo è quello del denaro. E così risponde: "Guardatevi e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che possiede". Gesù non nega il valore della giustizia. Ma denuncia l'illusione che la felicità dipenda da ciò che abbiamo... invece che da chi siamo. E racconta una parabola: un uomo aveva avuto un enorme raccolto e fa grandi progetti per mettere al sicuro i suoi beni. Ragiona così: "Demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi... Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai molti beni... ripòsati, mangia, bevi, divertiti!". È un monologo, nessun "tu", nessuna relazione, nessun ringraziamento a Dio. Gesù non gli rimprovera il desiderio di felicità, ma il voler essere felice da solo. Non ha pensato agli altri, né ha riconosciuto che tutto ciò che possedeva era dono. E farà un errore di valutazione: "Stolto, questa notte morirai!". Non perché Dio lo punisce, ma perché il suo cuore è pieno di ansia, di calcoli, di affanno e morirà di infarto o di solitudine. Pensava di avere diritto a tutto, invece non aveva diritto nemmeno al domani. "E quello che hai accumulato, di chi sarà?" III. Forse è vero il proverbio: "Amore di fratelli, amore di coltelli". Quante famiglie si sono spezzate per colpa di un'eredità. Quanti genitori defunti, come quel viticoltore delle Langhe, si rivoltano nella tomba vedendo l'odio che hanno lasciato in eredità ai propri figli. La domanda allora non è: cosa lasceremo?, ma cosa insegneremo? Lasceremo solo beni da spartire, o un legame da custodire? Se nel crescere i figli insegniamo solo la competitività, l'accumulo, il successo ad ogni costo... se li spingiamo sempre a primeggiare, a vincere, a essere i migliori... se li incoraggiamo ad entrare in scuole esclusive - e spesso escludenti - in cui l'importante è emergere sopra gli altri, allora non sorprendiamoci se poi, alla morte dei genitori, si scanneranno per accaparrarsi l'eredità. Cosa resterà di te? Solo l'amore che hai saputo donare. Tutto il resto - come ricorda Qoelet nella prima lettura - è vanità, è vento. Eppure molti vivono come se non dovessero morire mai. Accumulano, progettano, blindano la vita come se fossero eterni. Ma sei solo di passaggio. Lo ricorda anche quella storia raccontata da Paolo De Martino: Un giorno, un visitatore entra nella cella di un monaco del deserto e gli domanda: «Come mai hai così poche cose? Un letto, un tavolo, una sedia, una lampada?». Il monaco risponde: «E tu, perché hai solo una sacca con te?». «Perché sono in viaggio», replica il visitatore. E il monaco: «Anch'io». _______ Ti invito a guardare il videomessaggio settimanale di 30 secondi (in italiano, portoghese, inglese, francese e spagnolo) ispirato al Vangelo della Domenica, che puoi trovare (generalmente verso il fine settimana) sul mio profilo Facebook , Instagram e TikTok, sul mio canale Youtube e sul mio canale Whatsapp. Il testo del commento al Vangelo lo puoi trovare anche sulla mia WebPage, oltre che su Qumran2 e su lachiesa. Questo invito è aperto a tutti, ma in modo particolare ai fratelli sacerdoti: se desideri condividere un pensiero, un saluto, un commento, una parola di incoraggiamento o anche una critica costruttiva - per migliorare le mie riflessioni o semplicemente per avviare un dialogo fraterno e uno scambio di esperienze - sarò felice di leggerti. Puoi scrivermi a questo indirizzo: eziolorenzobono@hotmail.com |