Omelia (22-06-2025)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11-17

Oggi celebriamo la solennità conosciuta col nome del Corpus Domini; in tutte le letture che la liturgia ci propone troviamo due elementi che fanno parte della nostra vita quotidiana: il pane e il vino. Questo per ricordarci che l'Alleanza fatta da Dio con noi è una cosa concreta, calata nella vita di tutti i giorni.

Su questa festa si possono dire tante cose, che vanno dalla tradizione, alla devozione all'intimismo (processioni, culto e preghiere personali), ci sembra però importante mettere in evidenza l'aspetto del dono, presente in tutte e tre le letture.

Nella prima lettura il sacerdote Melchisedek (re di giustizia e di pace), non fa cose strampalate o eclatanti, ma offre semplicemente pane e vino e una benedizione (rendimento di grazie e di lode).

Nella seconda lettura Paolo trasmette ciò che a sua volta ha ricevuto ricordandoci il momento dell'istituzione dell'eucaristia nell'ultima cena riportando le parole che ancora oggi ritroviamo nella liturgia della messa al momento della consacrazione.

Luca nel presentare la moltiplicazione dei pani mette sulla bocca di Gesù le seguenti parole: " date voi stessi da mangiare". I discepoli risposero " non abbiamo che cinque pani...". Qui comincia l'avventura dei discepoli: li fanno sedere per gruppi, si organizzano e offrono a Gesù l'occasione di operare il miracolo presentandogli quel poco che avevano trovato: cinque pani e due pesci. Alla fine tutti mangiarono e si saziarono e avanzarono ancora dodici ceste a significare che il dono non è mai sterile e porta sempre frutto.

Questo racconto ci dice anche che Gesù non condivide l'atteggiamento di chi intende lavarsi le mani dei problemi altrui ed è pronto a "congedare" chi ha bisogno dicendo "non ho che quello che basta per me", ma al contrario ci invita a muoverci, dicendoci chiaramente che spetta a noi che facciamo la nostra parte, affinché ci sia condivisione e partecipazione a tutti i livelli, familiare, sociale, comunitario. Ci ricorda anche che quel poco che abbiamo, non solo il pane e i pesci, ma anche il tempo dei nostri giorni, la capacità di relazionarsi e di ascoltare, l'attenzione verso chi ci è vicino e prossimo, le piccole cose che riempiono le nostre giornate, se le mettiamo nelle mani del Signore Gesù possono diventare grandi. Egli attende sempre la collaborazione delle sue creature: i cinque pani e i due pesci sono il segno del contributo umano. Chi dona non diventa mai povero.

Queste letture ci fanno anche comprendere che la Chiesa nasce dall'Eucaristia e nell'Eucaristia, perché l'Eucaristia (rendimento di grazie) è l'incontro tra l'Amore di Cristo e l'umanità che diventa una cosa sola con Lui e in Lui. L'Eucaristia però non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa, ma deve trasformarsi in una "scuola di vita", in una proposta di amore che coinvolge tutta la nostra persona: deve renderci disponibili ad amare il prossimo, fino a dare la nostra vita per gli altri, seguendo l'esempio che Gesù ci ha dato. Allora la messa non deve essere un rito, un momento chiuso in se stesso, ma come alcuni sacerdoti delle nostre comunità dicono come formula di commiato finale: "la messa continua nella vita, andate in pace!".

Portiamo allora nella nostra vita la ricchezza delle cose che abbiamo ascoltato oggi in questa liturgia e chiediamo al Signore di farci il dono di far sì che le piccole cose che abbiamo diventino frutto della sua testimonianza in famiglia, sul lavoro, nella nostra comunità.


Per la riflessione di coppia e di famiglia:


- I discepoli di fronte ai problemi si spaventano e non vedono soluzioni, ma la parola di Gesù li fa diventare protagonisti del cambiamento della situazione. La partecipazione all'eucaristia provoca in noi questo cambiamento di atteggiamento, di prospettiva e comportamento? Come concretamente?

- Se accetto che venga in me questo cambiamento, come traduco il mio essere pane per gli altri?

- Una delle frasi che sintetizza questa giornata è: diventiamo ciò che mangiamo. Come siamo capaci di assecondare la nostra trasformazione paragonandoci alla trasformazione del chicco di grano chiuso nel buio della terra che diventa pane croccante per tutti?


Don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino