Omelia (13-07-2025) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Essere prossimo e farsi prossimo Il Comandamento di Dio non è gravoso e neppure e troppo lontano da noi, afferma il libro del Deuteronomio di cui alla Prima Lettura. Il Grande Comandamento, che è la sintesi del Decalogo e di tutta la Legge (Dt 6), impone l'amore verso Dio nella forma totalizzante e allo stesso tempo l'amore verso il prossimo e proprio questa è la vera vita divina, l'amore incondizionato e libero, nonché sconfinato e privo di limitazioni. Non è pesante né assillante dicevamo, purché però ci si collochi sotto il punto di vista di Dio: per comprenderne la portata occorre infatti prescindere da noi stessi, mettere da parte l'orgoglio e la vanità e collocarci nell'aspettativa di Dio e soprattutto del suo Figlio Gesù, Verbo Incarnato. In Gesù Dio ha rispettato tutte le condizioni di credibilità, nella vita pubblica del Figlio ha dimostrato di amare fino all'estremo della croce dimostrandoci appunto, da vero Dio e vero Uomo, che non è impossibile osservare il Comandamento dell'amore di Dio e del prossimo. Ma qui subentra la difficoltà per la quale è difficile per noi uomini assumere la mentalità di Dio. Che cosa s'intende per "prossimo"? E' la domanda che questo astuto dottore della Legge pone a Gesù nel tentativo di tendergli un tranello e di ridicolizzarlo. Nella riposta di Gesù c'è la realtà di fatto di come gli uomini abbiano ristretto e limitato ciò che per Dio era alle origini elevato e degno di nota. saputo rendere restrittivo ciò che Dio aveva inteso illimitato e universale. Come già avvenuto in altre parti della Scrittura, come ad esempio in Mt 19, 8 a proposito dell'indissolubilità del matrimonio, la durezza del cuore umano ha fatto sì che il concetto di "prossimo" venisse interpretato nel senso egoistico del connazionale o del membro della sola comunità d'Israele. Secondo alcuni esegeti, ai tempi di Gesù sembrerebbe che tale accezione fosse ulteriormente limitata e circoscritta fino ad indicare come "prossimo" colui che appartiene allo stesso movimento politico o che soddisfa lo stesso pensiero in fatto di religione. E di conseguenza nell'Antico Testamento si fa distinzione addirittura fra il prossimo e il nemico: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.". Gesù aveva ribattuto perentoriamente: "Mai io vi dico: amate i vostri nemici"(Mt 5, 44). Stavolta però Gesù omette di ricorrere ai concetti e alle divagazioni sapienziali per spiegare il vero concetto di "prossimo" a questo sapiente dottore erudito. Fa' ricorso piuttosto a un racconto parabolico, di quelli cioè che accostano la fantasia con la realtà, mettendo insieme una narrazione e il suo contenuto di fondo. Si parla di un uomo che incappa presso i briganti mentre è sulla via di Gerico e da questi viene percosso e ridotto a mal partito, restando riverso al suolo quasi esanime. Due suoi connazionali, peraltro cultori del tempio e mediatori fra Dio e il popolo e custodi dell'Arca dell'Alleanza (un sacerdote e un levita), che avrebbero dovuto interessarsi dello stato in cui versava quel malcapitato uomo stremato dalle botte, gli usano invece indifferenza. Non gli si avvicinano, passano oltre. Diverso invece l'atteggiamento di un passante proveniente dalla Samaria, che si trovava a viaggiare in quei paraggi, noncurante del pericolo al quale poteva esporsi. I Samaritani avevano infatti pessime relazioni con i Giudei ed erano considerati impuri e profani. Fra Giudei e Samaritani si fomentavano spesso conflitti e contrasti faziosi. Guai se l'ombra di un Giudeo si posava su quella di un Samaritano. Eppure, come già in qualche altro episodio (Lc 17, 11 - 19), proprio quest'uomo si mostra più sensibile e disposto rispetto ai "purissimi" e "impeccabilissimi" ebrei. Si china su quest'uomo quasi immobile e sanguinante e provvede a tutte le cure nei sui confronti, come nessun altro dei suoi connazionali avrebbe mai fatto. Lo porta anche in una locanda, disposto perfino a indebitarsi con l'albergatore per esternare il massimo delle cure verso questo povero soggetto. Chi è il prossimo di colui che è capitato nelle mani perfide e impetuose dei delinquenti? Chi gli si è reso cioè vicino, solidale? Prossimo vuol dire infatti il più vicino, colui che accorcia sempre più le distanze, ma in tal caso non sono stati certamente il levita o il sacerdote. E' stato piuttosto il Samaritano, che nessuno si sarebbe mai immaginato che fosse tale. Questi si è fatto prossimo di quella persona stremata e abbandonata e allo stesso tempo ha visto anch'egli in lui il suo "prossimo". Ha abbattuto tutti i ponti che lo separavano da quell'ebreo, ha valicato le barriere e i confini del pregiudizio e del distacco, considerandosi egli stesso prossimo e considerando prossimo l'altro. Il Samaritano insomma si è avvicinato e ha visto l'altro vicino a sè e l'empatia e la carità hanno prevalso sulle insulsaggini della cultura ostile e avversa. Naturalmente nell'insegnamento parabolico di questa pagina vi è sullo sfondo la figura dello stesso Cristo, il quale si identifica con il personaggio che viene in soccorso, poiché Cristo si è fatto prossimo a tutti indistintamente, mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2, 20). E tuttavia nessuno si farà prossimo a Gesù quando si troverà grossomodo nelle stesse condizioni del povero viandante: sulla croce dovrà solo spirare fra gli scherni dei suoi nemici. E proprio Gesù introduce la nuova legge dell'amore senza limiti, da riservare cioè al prossimo universalmente inteso, nella cui nuova accezione può trovarsi il nemico come l'amico, chiunque ci si trovi davanti. S. Agostino da qualche parte osservava che Dio ama ciascuno di noi come se avesse davanti uno solo di noi, ma il suo amore non considera Ebrei o Samaritani, ma semplicemente si dischiude e si distende e così dovrebbe essere anche per noi. Dicevamo all'inizio che tanto eroismo non è gravoso, ma lo diventa per chi non ama superare se stesso per assumere il cuore di Dio. Occorre infatti andare oltre se stessi, superarsi per vedere negli altri quel Dio che siamo capaci di amare a parole e che a volte può essere presente anche nel nostro nemico. |