Omelia (25-07-2025) |
Missionari della Via |
Ciò che cerchiamo nel mondo è la felicità, che spesso pensiamo di ottenere attraverso la gloria, l'essere stimati, cercando persino ostinatamente conferma della bontà della nostra vita. Succede dappertutto, anche nei conventi la gelosia verso l'altro si può manifestare in uno sguardo giudicante che scruta l'altro per capire se fa bene le cose, se ciò che fa è come lo faccio io, se ciò che pensa è quello che penso io. Cerchiamo anche giudicando gli altri di portare gloria a noi stessi, di sentirci bene, stimati e stimabili, migliori, quelli che sanno come fare e come essere perbene. Gesù invece invita a servire, a farsi ultimi, insegnare, correggere, abbracciare, perdonare. Noi invece possiamo coltivare un confronto continuo con gli altri, un continuo non sentirci all'altezza che ci fa guardare agli altri per misurarci. Questa ignoranza profonda, che viviamo quando ci comportiamo così, ci fa regredire in maturità e nella vita spirituale, perché si lotta continuamente per le prestazioni e non per il regno dei cieli. Lottare per il regno dei cieli significa far vivere in noi e in ciò che ci circonda, la bellezza di Dio e del suo amore. Solo quando ci sentiamo amati da Dio siamo capaci di non guardare gli altri come concorrenti nella scalata alla gloria, ma come fratelli. Qualcuno ha persino detto che la concorrenza tiene il mondo in moto, la bontà invece fa fallire. Noi, infatti, ci muoviamo quando dobbiamo combattere contro qualcuno, emergere, essere i migliori. Per la mentalità del mondo la proposta di Gesù è un fallire, una perdita, essere gli ultimi significa servire gli altri. Non possiamo dare torto al mondo quando anche fra i cristiani sorge questa tentazione e le gerarchie o i ministeri e servizi nella chiesa stessa, da alcuni, sono intese come dominio, e non come servizio. Quella di Gesù, dobbiamo ammetterlo, può sembrare una promessa di infelicità! Eppure, l'uomo sa bene che solo servendo, e mai dominando, trova la sua gioia profonda, una maturità di vita, una spiritualità sana. L'uomo che si misura davanti a Dio è quello che non ha bisogno di scavalcare e schiacciare gli altri, non cerca false gioia e gratificazioni, punta al valore vero: vali se sai amare e solo questo rimane e ha un'eternità. Nessun trono di gloria dura in eterno, solo l'amore trasforma tutto in eternità! «Il 10 giugno 1987 il Papa confiderà ad un gruppo di giovani: "Mi ricordo che quando ero giovane come voi e leggevo il Vangelo, per me l'argomento più forte a favore della veridicità di quello che stavo leggendo era che nel Vangelo non c'era nessuna segreta promessa. Egli ha detto ai suoi discepoli una verità assolutamente dura: non aspettatevi niente, nessuno regno di questo mondo, nessuno posto alla destra o alla sinistra nei ministeri di questo futuro regno messianico. Il re messianico andrà sulla croce e là verrà provato. Poi la resurrezione vi darà la forza di testimoniare al mondo questo crocifisso. Ma nessuna segreta promessa! Nel mondo sarete oppressi. Questo mi convinceva molto perché normalmente gli uomini cercano di attirare gli altri con le promesse» (Giovanni Paolo II). |