Omelia (28-06-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 2,41-51

Come vivere questa Parola?

Dopo la solennità del S. Cuore di Gesù, oggi celebriamo la memoria del Cuore Immacolato di Maria.

Il Vangelo che la liturgia ci propone ci racconta dello smarrimento di Gesù al tempio. "Il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero" (2,43). I genitori prendono la via del ritorno, Gesù invece rimane nella città santa. Si crea così una distanza tra loro. Prendere coscienza di questa distanza non è cosa facile, tutti i genitori fanno fatica ad accettare che il figlio vada per la sua strada. Possiamo immaginare i pensieri e le preoccupazioni di due normali genitori. Quando ritrovano Gesù, tre giorni dopo, Maria descrive così la loro situazione interiore e psicologica: "tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ciò nonostante è chiaro che non è Gesù che si è smarrito ma sono i genitori che hanno perso Gesù. E' una rassicurazione pensare alla possibilità concreta che questo possa succedere anche a noi: dare per scontato che Gesù sia nella carovana della nostra vita, quando invece non c'è. Ma ciò che conta non è perderlo di vista, ma mettersi a cercarlo quando si è compreso che non è più "in mezzo" al viaggio. Maria e Giuseppe si mettono alla ricerca: questo verbo indica quel dinamismo che nasce dall'amore e che nessuna paura può soffocare.

Come sarà stato il cuore di Maria? Un cuore libero di provare angoscia, che non si vergogna di tornare indietro, di convertirsi. Un cuore capace di stupore che accoglie il compito di fare domande. Un cuore che non pretende di dover sempre capire o condividere i piani di Dio ma accetta di camminare umilmente nel chiaroscuro della fede. Un cuore che sa attendere proprio perché non disperde ma tutto raccoglie e serba dentro di sé.


"Maria, Madre di Gesù, dammi il tuo cuore, tanto bello, tanto puro, tanto immacolato, tanto pieno d'amore e d'umiltà, così che io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita, amarlo come tu l'hai amato e servirlo sotto le spoglie del più povero dei poveri". (Madre Teresa di Calcutta)


La voce di Papa Francesco

"Nella famiglia di Nazareth non è mai venuto meno lo stupore, neanche in un momento drammatico come lo smarrimento di Gesù: è la capacità di stupirsi di fronte alla graduale manifestazione del Figlio di Dio. È lo stesso stupore che colpisce anche i dottori del tempio, ammirati «per la sua intelligenza e le sue risposte» (v. 47). Ma cos'è lo stupore, cos'è stupirsi? Stupirsi e meravigliarsi è il contrario del dare tutto per scontato, è il contrario dell'interpretare la realtà che ci circonda e gli avvenimenti della storia solo secondo i nostri criteri. E una persona che fa questo non sa cosa sia la meraviglia, cosa sia lo stupore. Stupirsi è aprirsi agli altri, comprendere le ragioni degli altri: questo atteggiamento è importante per sanare i rapporti compromessi tra le persone, ed è indispensabile anche per guarire le ferite aperte nell'ambito familiare".

Angelus, 30 dicembre 2018


Sr Vilma Colombo FMA - direttricesanbiagio12@gmail.com