Omelia (24-06-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 1,57-66.80

Come vivere questa Parola?

Oggi celebriamo la festa della Natività del precursore di Gesù: Giovanni Battista, ponte tra Antico e Nuovo Testamento. «... si chiamerà Giovanni»: così affermò Elisabetta e confermò Zaccaria. Giovanni vuol dire "Dio fa grazia ora", Dio in questo momento è benevolo. Dio sta facendo una cosa nuova. "Ecco - dirà la seconda Lettera ai Corinzi - ne sono nate di nuove". Il momento in cui Dio sta operando è adesso. Noi cristiani viviamo nel presente, certi di essere creature amate e volute da Dio fin dal seno di nostra madre, chiamate ad una missione di luce e di salvezza, qui e ora. Con Giovanni Battista incomincia l'opera di Dio.

Ecco, noi sappiamo che Dio fa grazia ora: apriamoci alla grazia di Dio che è nel presente. Condizione perché avvengo tutto questo è fare vuoto in sé per lasciare spazio all'opera dello Spirito. Allora la nostra vita sarà luce e porterà l'annuncio della «..salvezza fino all'estremità della terra». Dio opera adesso: apriamo il nostro cuore. La nostra vita sarà un inno di lode e di ringraziamento a Dio. Potremo gridare come il ritornello del salmo: Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.


Oggi cercherò di guardare e riconoscere i molti segni dell'amore di Dio presenti nella mia vita, nella mia quotidianità, nel mondo per lodarlo e ringraziarlo.


La voce di Papa Francesco

"Tutto l'avvenimento della nascita di Giovanni Battista è circondato da un gioioso senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine. Stupore, sorpresa, gratitudine. La gente è presa da un santo timore di Dio «e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose» (v. 65). Fratelli e sorelle, il popolo fedele intuisce che è accaduto qualcosa di grande, anche se umile e nascosto, e si domanda: «Che sarà mai questo bambino?» (v. 66). Il popolo fedele di Dio è capace di vivere la fede con gioia, con senso di stupore, di sorpresa e di gratitudine. Guardiamo quella gente che chiacchierava bene su questa cosa meravigliosa, su questo miracolo della nascita di Giovanni, e lo faceva con gioia, era contenta, con senso di stupore, di sorpresa e gratitudine. E guardando questo domandiamoci: come è la mia fede? È una fede gioiosa, o è una fede sempre uguale, una fede "piatta"? Ho senso dello stupore, quando vedo le opere del Signore, quando sento parlare dell'evangelizzazione o della vita di un santo, o quanto vedo tanta gente buona: sento la grazia, dentro, o niente si muove nel mio cuore? So sentire le consolazioni dello Spirito o sono chiuso? Domandiamoci, ognuno di noi, in un esame di coscienza: Come è la mia fede? È gioiosa? È aperta alle sorprese di Dio? Perché Dio è il Dio delle sorprese. Ho "assaggiato" nell'anima quel senso dello stupore che dà la presenza di Dio, quel senso di gratitudine? Pensiamo a queste parole, che sono stati d'animo della fede: gioia, senso di stupore, senso di sorpresa e gratitudine."

Angelus, 24 giugno 2018


Sr Vilma Colombo FMA - direttricesanbiagio12@gmail.com