Omelia (29-06-2025) |
don Michele Cerutti |
Pietro e Paolo diversità in Cristo La solennità di oggi è per me molto cara essendo il giorno in cui sono nato. Gioia grande sapere che i miei primi respiri si sono trovati sotto il manto di questi due Santi così diversi che la Chiesa mette insieme. Diversità di caratteri. Pietro, l'uomo dei grandi slanci e delle grandi frenate, Paolo, il duro persecutore che una volta conosciuto Cristo non si tira indietro mai. Pietro, l'uomo del primato apostolico, Paolo, l'apostolo della missione instancabile. Pietro ha bisogno di Paolo e Paolo ha bisogno di Pietro. Il primo necessita del secondo che parla con franchezza, come a Gerusalemme. C'è la questione della circoncisione o della non circoncisione. Pietro, contrastato e indeciso, appare perfino debole, di tanto in tanto: ad Antiochia, minacciato dall'arrivo di alcuni cristiani inviati da Giacomo Minore, che la pensavano diversamente da lui, si nasconde per non affrontarli a viso aperto. Paolo, invece, è un cuore focoso: dopo una burrascosa conversione percorre in lungo e in largo il Mare Mediterraneo fondando comunità, spalancando nuove prospettive per le Chiese che si andavano formando, affrontando a viso aperto le autorità e il potere pubblico. Questi due Santi celebrati insieme ci insegnano che la Chiesa è bella non per la sua uniformità, ma per la ricchezza della sua diversità che porta poi all'unione perché un solo affetto per quel Gesù che, per strade diverse, era giunto a trasformarli, entrambi, in ‘pescatori di uomini' e ‘apostoli delle genti'. Paolo ha bisogno di Pietro e quindi rispetta il suo Primato perché sa che senza di Lui il rischio è l'anarchia completa. C'è bisogno di questa diversità già nei primi passi post-pasquali Giovanni corre con Pietro al sepolcro, stimolati dalle donne sperse perché non hanno trovato il Signore e hanno ricevuto notizie del fatto che Cristo è risorto. Giovanni arriva primo, ma poi lascia entrare Pietro, mentre lui entra dopo. Quella tomba vuota segnerà per sempre i due. Si apre il tempo della purificazione e dell'annuncio. La prima fase avviene con i versetti proclamati dove Pietro deve prendere consapevolezza degli errori commessi nell'aver rinnegato il Maestro. Solo dopo questo il primato del principe degli apostoli assume forza. Guardando a queste due colonne comprendiamo che, come Chiesa, siamo chiamati a essere fermento con le nostre proposte, i nostri impegni anche noi quindi possiamo indicare una strada, ma questa poi deve essere avvallata dal Magistero. In un tempo come quello dei social dove anche su temi ecclesiali tutti dicono la loro occorre tenere fisso il principio del primato petrino. Questa è la garanzia che la costruzione che ha come fondamento Cristo cresce ben ordinata. Ci affidiamo a uomini certo, ma che hanno il mandato dal Signore stesso di guidare la grande barca della Chiesa. Abbiamo la certezza che Cristo prega su Pietro perché non vacilli e con la sua fede sostenga i fratelli. Tutte le discussioni giornalistiche, che mettono in dubbio perfino la successione apostolica del primato, diventano vere e proprie barzellette che però non fanno ridere perché fatte serpeggiare dal nemico per dividere il popolo di Dio. Pietro e Paolo hanno conosciuto il martirio a Roma. La loro diversità si è fatta veramente una in quel sangue versato per quel Gesù che li ha salvati dal loro peccato. La Chiesa è stata retta da un Santo peccatore quindi nella barca tutti possono salire se si lasciano sanare le ferite e si lasciano guidare dal grande timoniere: Cristo Gesù. |