Omelia (13-06-2025) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Cor 4,7-12 Come vivere questa Parola? Paolo continua la difesa suo annuncio del vangelo di Cristo, riaffermando però che questo è un "tesoro in vasi di creta": una custodia umana fragilissima, affinché risulti evidenziata tutta la straordinaria potenza di Dio. E in un capolavoro di ironia, commenta Raymond Brown, Paolo contrappone le sue sofferenze fisiche alla sua forza in Cristo, «portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo». È proprio questo il contrassegno di ogni discepolo alla sequela di Gesù: affinché la vita si realizzi pienamente, è necessario passare per il Gòlgota, attraversare la morte. Paolo lo raffigura plasticamente in quattro contrapposizioni: «siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi». Il discepolo e l'apostolo di Gesù Cristo non soccombe mai alla disperazione, non si sente abbandonato, nemmeno in reale persecuzione e pericolo di morte; vive consapevolmente la sua condizione di debolezza e di sofferenza e rimane convinto dell'efficacia salvifica per gli altri: morti in/con Cristo perché tutti abbiano la VITA. In particolare chi di più sente il peso della sofferenza e del dolore, l'abisso della disperazione e dell'abbandono, ed ha bisogno di una mano fraterna per risalire e vivere.
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