Omelia (12-06-2025) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Cor 3,15‒4,1.3-6 Come vivere questa Parola? I capitoli 3 e 4 della Seconda lettera ai Corinzi ci riportano una lunga interpretazione simbolico-allegorica di Paolo sul "velo di Mosè". Il confronto verte sul rapporto Antico-Nuovo Testamento, ma soprattutto sulla veridicità dell'annuncio del Vangelo. I predicatori vari - a Corinto ieri e anche negli areopaghi oggi - rischiano di confondere la comunità, a velare la verità. Il velo sugli occhi lascia sempre intravvedere qualcosa, ma non in modo nitido. Se poi si aggiungono delle supposizioni, delle mezze verità o addirittura delle falsità, ogni buon annuncio rischia di perdere la sua potenza. Paolo rivendica l'autenticità del suo ministero a "viso scoperto", senza mai perdersi d'animo (cf 3,18). Avverte chi cede agli dèi di questo mondo che rischia di restare accecato nella mente e nel cuore. L'azione dello Spirito invece rende luminoso il ministero degli evangelizzatori, di più: il vero ministro di Cristo riflette come in uno specchio il volto del suo Signore, fa risplendere la gloria di Dio. Poniamoci davanti a questo specchio. Se non riesco a riconoscervi la luce divina, forse faccio bene a chiedermi quale falso idolo sta velando o accecando gli occhi della mia mente e del mio cuore. E chiedo umilmente che la luce di Cristo faccia sparire ogni velo tenebroso.
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