Omelia (24-06-2025)
Missionari della Via


Oggi celebriamo la solennità di San Giovanni Battista e dalla sua vita e missione vogliamo cogliere tre aspetti.

La prima cosa da sottolineare è che Giovanni il Battista è uno che anticipa la predicazione di Gesù. Infatti il Battista nella sua predicazione (che invitava tutti alla conversione) annunciava che era vicino il regno dei cieli, che il Messia stava per arrivare. Per questo motivo sant'Agostino amava ripetere che «Giovanni era la voce e Gesù era la Parola. Giovanni era voce nel tempo, ma Cristo è dal principio Parola eterna. Togli la parola, che cos'è la voce?». Da questo comprendiamo che la nostra missione di cristiani è annunciare e testimoniare l'amore di Cristo per ogni uomo e per ogni donna. Possiamo dire che la nostra missione è preparare la via al Signore! Alla luce di ciò domandiamoci se noi siamo di quelli che aprono la strada con la nostra buona testimonianza oppure la chiudiamo con la nostra cattiva testimonianza. Siamo forse come quella folla che invece di portare il cieco di Gerico a Gesù, lo invitava a tacere perché disturbava? O siamo come quelle persone che portavano a Gesù l'amico paralitico calandolo giù dal tetto?

Il secondo aspetto della missione di Giovanni è che egli è colui che indica Gesù. Giovanni è un indice puntato verso Cristo; e questo non per accusare ma per indicare Colui che è la Vita! Giovanni è colui che quando vede passare Gesù dice ai suoi discepoli: «ecco quello è l'agnello di Dio». Quanto è importante tutto ciò: saper indicare il vero bene, saper indicare con la propria vita ciò che veramente vale! Domandiamoci seriamente: quando uno mi vede è mosso ad andare verso Gesù o da qualche altra parte?

Il terzo aspetto del Battista è la sua grande umiltà, l'umiltà di chi sa mettersi da parte. Dice infatti: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3,30). Nella vita il mettersi da parte è importante! È importate assolvere propri compiti, ma è anche importante capire quando è il momento di mettersi da parte! Tante volte nelle parrocchie e nelle comunità si corre il rischio di diventare un muro invece che un ponte: vediamo gli altri come potenziali nemici che ci possono rubare gli incarichi e "i primi posti". Domandiamoci, dunque, se sappiamo metterci da parte, se sappiamo fare spazio agli altri, se sappiamo riconoscere e valorizzare gli altri.