Omelia (19-06-2025) |
Missionari della Via |
Il Vangelo di oggi ci pone degli interrogativi: come preghiamo, per cosa preghiamo, a chi ci rivolgiamo. Per molti la preghiera sembra quasi una perdita di tempo, quando invece è il respiro dell'anima: la preghiera è una questione di vita o di morte. Don Oreste Benzi dice che «per stare in piedi bisogna stare in ginocchio». Stare in ginocchio dice anche l'atteggiamento di chi ha compreso che è piccolo davanti a Dio. È l'atteggiamento di chi non si piega al mondo ma solo a Dio. Oggi Gesù ci mette inizialmente in guardia dicendoci di non sprecare parole per ottenere ciò che vogliamo. Forse ci dice di non pregare? Certo che no! Ci dice di non perderci in tanti argomenti cercando di convincere il Signore sull'utilità che ci conceda una cosa piuttosto che un'altra. Non è forse vero che spesso finiamo pure per arrabbiarci con il Signore quando non ci concede quello che abbiamo chiesto? Abbiamo la presunzione di sapere cosa è meglio per noi! Certo, vi sono drammi, malattie, ingiustizie che colpiscono i più indifesi, i più deboli, gli inermi, i bambini, e vi sono tante situazioni inspiegabili e incomprensibili per noi! A certe cose non vi sono risposte, se non la risposta che Gesù dà ai suoi quando gli dicono insegnaci a pregare: «voi dite così: Padre nostro!». Ecco, solo la parola Padre, solo il sapere che Dio è nostro Padre, un Padre buono che ci ama a tal punto da dare per noi il suo Figlio Unigenito, può donarci la pace, aiutandoci ad accogliere ogni momento della nostra vita, anche quello più difficile, anche quello a cui non vi è risposta, se non quella di dire: "Padre, mi affido a te"! «Di questa vita e di questa epoca credo di poter sopportare e accettare ogni cosa. E quando la burrasca sarà troppo forte e non saprò come uscirne, mi rimarranno sempre due mani giunte e un ginocchio piegato. È un gesto che a noi ebrei non è stato tramandato di generazione in generazione. Ho dovuto impararlo a fatica. [...] Com'è strana la mia storia - la storia della ragazza che non sapeva inginocchiarsi. O con una variante: della ragazza che aveva imparato a pregare. È il mio gesto più intimo, ancor più intimo dei gesti che riservo a un uomo» (Etty Hillesum). |