Omelia (08-06-2025)
don Michele Cerutti
Vieni Spirito d' amore a suggerire le cose che lui ha detto a noi

L'inizio della storia della salvezza si ha con lo Spirito che aleggia sulle acque primordiali.
L'inizio della missione di Gesù si ha con l'irrompere dello Spirito nel fiume Giordano al momento del battesimo.
L'inizio del tempo della Chiesa avviene con il dono dello Spirito Santo.
Ogni inizio, quindi, ha nel pneuma il protagonismo principale.
La scena degli Atti ci parla di discepoli riuniti nel Cenacolo e con un vento impetuoso che imperversa, non la brezza leggera, di cui ci parla Elia, ma alla forza che ci rimanda al movimento che lo Spirito conduce.
Questi non ci tiene fermi ancorati in una realtà impauriti, ma ci spinge ad annunziare al mondo la Risurrezione.
Si pongono lingue di fuoco che ci rimanda al fatto che lo Spirito scalda il nostro cuore e illumina il nostro cammino.
Vento e fuoco realtà pneumatologiche di una forza che ci rende capaci di vincere la pigrizia, la paura e la nostalgia di un passato che non c'è più perché protesi sempre a un futuro.
Due verbi il Vangelo ci consegna:

-insegnare
Lo Spirito insegna non una dottrina, ma uno stile di vita che deve essere del cristiano.

-ricordare
Altro elemento importante questo dono ci fa ricordare ovvero rende vivo il Vangelo nell'oggi.
Lo fa diventare non lettera impolverata.

Su tutto lo Spirito ha la capacità di renderci fascinosi e i Giudei guardando questa icona si interrogano e dicono: Ma non sono della Galilea, eppure, li sentiamo parlare un'unica lingua.
È proprio vero questo dono è consegnato agli umili. Gli abitanti della Galilea, agli occhi dei Giudei, erano semplici pescatori. Si sa, però, che Dio sostiene i deboli per confondere i forti.
Lo Spirito Santo ci viene affidato per attrare gli uomini e le donne di ogni tempo.
Inizia il tempo della Chiesa, il tempo della missione nella consapevolezza che la fede in Cristo avviene non per proselitismo, ma per attrazione.
Illuminanti le parole del patriarca ortodosso Hignatius IV, del 1968, che vi offro a conclusione di questa solennità:
«Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l'autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, un'evocazione, l'agire cristiano una morale da schiavi, un moralismo. Ma nello Spirito Santo e nell'inscindibile sinergia, il cosmo è nobilitato e geme nel parto per la rigenerazione del Regno, l'uomo è in lotta contro la ‘carné, il Cristo risorto si fa presente, il Vangelo si fa potenza di vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l'autorità si trasforma in servizio liberatore, la missione è una Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l'agire umano viene deificato»
Concludo lasciandomi ispirare da Papa Francesco nella sua preghiera:
"Vieni, o Spirito di Amore, e rinnova tutta la Chiesa; portala alla perfezione della carità, dell'unità e della santità, perché diventi oggi la più grande luce che a tutti risplende nella grande tenebra che si è ovunque diffusa".