Omelia (08-06-2025) |
padre Antonio Rungi |
Manda a noi il tuo Santo Spirito Con la solennità della Pentecoste si chiude il tempo pasquale. Cinquanta giorni di riflessione sul mistero della Risurrezione e Ascensione al cielo di nostro Signore Gesù Cristo. Come leggiamo nel testo del Vangelo di questa solennità è lo stesso Gesù che promette agli apostoli l'invio del Consolatore, lo Spirito di verità, di fortezza, della gioia, del coraggio, dell'umiltà. Quello Spirito Santo che, in altre parole e con affermazioni teologiche precise, è la terza persona della Santissima Trinità. Questo Spirito che anima, sostiene e garantisce il cammino di santità di ogni cristiano battezzato e cresimato, è la fonte di ispirazione e illuminazione per ognuno di noi. Chi ha scelto di fare un cammino personale di santificazione attraverso un particolare stato di vita, come quello coniugale, sacerdotale o consacrata, il dono dello Spirito Santo aiuta questo itinerario. Infatti abbiamo la consapevolezza di essere toccati. In modo speciale dalla Santissima Trinità, attraverso l'azione in noi dello Spirito del Signore. Lo Spirito Santo ci accompagna fin dai primi giorni della nostra vita. Egli è lo spirito che ci dà la vita e non soltanto quella spirituale, ma anche quella umana, che possiamo affrontare con coraggio e lealtà nel corso del nostro pellegrinaggio terreno. Egli impronta la nostra esistenza di anime elette, belle, sante se riflettiamo quello stile di vita di ogni discepolo del Signore in docile ascolto della sua parola. Pentecoste, come ben sappiamo significa cinquanta giorni dalla risurrezione di Cristo. È una solennità fondamentale, perché apre gli spazi alla chiesa missionaria, come ci ricorda Papa Leone XIV e alla chiesa in uscita come ci ricordava continuamente Papa Francesco. Quella Chiesa nascente costituita dai dodici apostoli, insieme alla Beata Vergine Maria, che nel Cenacolo, mentre pregavano, ricevono il dono dello Spirito Santo che discende su di loro come fiammelle trasportante grazia, forza, coraggio, fede ed amore verso il Signore e verso l'umanità. In quel momento si fa' chiaro il progetto missionario per i dodici, quello di andare ad evangelizzare in tutto il mondo. In questo modo sono scelti ed inviati a portare il lieto annuncio a tutte le genti della terra. È dal cenacolo che la Chiesa parte per il mondo intero per evangelizzare. Il dono dello Spirito Santo rende i dodici apostoli uomini coraggiosi che superano, paure, limiti ed anche l'impossibilità di farsi capire. Tutti capiranno il linguaggio dell'amore universale del Cristo Redentore e salvatore del genere umano. Toccati dalla grazia straordinaria della Terza persona della Santissima Trinità diventeranno i coraggiosi apostoli e testimoni della morte, risurrezione e ascensione al cielo di nostro Signore Gesù Cristo. Una testimonianza che si tradurrà in tutti i casi anche in sacrificio della propria vita. Gli apostoli moriranno martiri per il coraggio di non indietreggiare di fronte alle sfide della falsità e della menzogna dell'umanità senza Dio e senza speranza Come è stata forte la testimonianza di tutti gli apostoli che hanno conosciuto il Signore così deve essere forte e coraggiosa la nostra testimonianza di cristiani di oggi che amano, sperano e sognano ad occhi aperti un mondo diverso. L'aver visto Gesù risorto e asceso al cielo è stato un ulteriore motivo per annunciarlo agli altri con la parola e con l'esempio della vita e dopo gli apostoli quanti hanno continuato a far conoscere Gesù ed evangelizzare il mondo. La Pentecoste è la solennità di tutti i neo cresimati è la loro festa, ma è anche occasione per i cresimati di vecchia data di verificare la loro fede e il loro grado di testimoniare Cristo oggi in un mondo lontano dalla fede e dalla pratica religiosa. Sono tanti i giovani che avvertono la necessità e il bisogno di accostarsi a questo Sacramento e non sempre a dir la verità con la consapevolezza del dono che stanno ricevendo, a volte per necessità o perché si devono sposare o fare da madrina o padrino. La cresima ci impegna ad essere testimoni di Cristo e soldati di Gesù che sappiano difendere la fede nel loro cuore e intorno a loro, nel mondo che frequentano anche su quelle piazze virtuali dove poco si parla di Dio e quasi tutti parlano e fanno cose contrarie alla legge morale naturale cristiana. Lo Spirito Santo con i suoi sette doni e sette frutti è una grazia unica che costituisce per tutti noi i cristiani un forte appello a riscoprire la bellezza della vita interiore, quella dello spirito, rispetto a quella esteriore, superficiale e poco indirizzata verso i valori alti della vita umana. Successo, carriera, lavoro, sicurezza, salute, benessere, divertimento e quanto altro che la visione materialistica di mondo offre ai giovani e meno giovani ci da la cifra esatta di come oggi si sta camminando non secondo lo spirito ma secondo la carne. E i desideri della carne sono opposti a quello dello spirito. Ecco perché nel mondo c'è tanta violenza, odio, ci sono guerre e si alimenta la miseria e l'emarginazione tra i popoli della terra. Ci affidiamo all'assistenza dello Spirito Santo, perché la nostra ed altrui vita possa essere veramente il riflesso di quell'amore che Cristo ci ha lasciato in eredità mediante il sacrificio della croce e con la sua risurrezione e ascensione alla destra del Padre. |