Omelia (06-06-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
SEQUELA Quando qualcuno ci ferisce, ce lo ricordiamo per tutta la vita. Quando ci sentiamo traditi, delusi, abbandonati, facciamo fatica a dimenticare. Magari diciamo "ti perdono", ma poi teniamo il conto, custodiamo l'amarezza, e spesso ci chiudiamo dicendo: "con quella persona non voglio più avere a che fare". Ci capita anche tra amici, tra parenti, perfino in comunità. C'è chi smette di parlarsi per un'offesa. Chi si evita, si cancella, si esclude. Quando qualcuno ci ferisce, quella cicatrice rimane tutta la vita. Nel Vangelo di oggi, invece, c'è un uomo che ha fatto un danno immenso, ha rinnegato per ben tre volte il suo Maestro proprio nel momento in cui aveva più bisogno di Lui. Non ha avuto il coraggio, non ha avuto la fedeltà. Eppure Gesù non lo rimprovera, non gli rinfaccia nulla, ma solo vuole sapere se lo ama. E poi lo chiama di nuovo alla sua sequela. Per nostra fortuna Gesù non è come noi. Noi ricordiamo solo il male, Lui ricorda solo l'amore. Mentre noi mettiamo le persone in castigo, Lui le rimette in cammino. Anche se lo abbiamo tradito tante volte, altrettante volte possiamo tornare da Lui e dirgli: "Signore, Tu sai tutto, Tu lo sai che ti amo". È solo questo che Lui vuole sentire da noi, prima di poterci dire ancora una volta: "Seguimi". |