Omelia (01-06-2025) |
Omelie.org (bambini) |
Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ben trovati. Questa domenica celebriamo l'Ascensione di Gesù al Cielo. Il termine "ascensione" significa "salita", quindi ascendere significa salire e viene utilizzato in vari contesti: per indicare una persona che fa carriera, oppure che diventa famosa e così via. Per quanto ci riguarda, celebriamo il fatto che Gesù sale in cielo. Facciamo un attimo il punto della situazione per capire dove ci troviamo. Dopo la Pasqua Gesù si mostra davanti al sepolcro a Maria Maddalena, ai discepoli sulla via per Emmaus, sulle rive lago, nel cenacolo e così via. Poi sale al Cielo e in quell'istante, dal momento che Gesù non è più sulla terra, viene mandato ai dodici apostoli lo Spirito Santo. Queste però sono eventi che la Chiesa divide in diverse celebrazioni per darci l'opportunità di contemplare e comprendere ogni momento. Quindi abbiamo celebrato il mercoledì delle ceneri, la Quaresima, il triduo Pasquale, la Resurrezione, poi le successive domeniche del tempo di Pasqua abbiamo celebrato questi momenti così importanti. Oggi celebriamo l'Ascensione e poi domenica prossima celebreremo la Pentecoste, con la quale finirà il tempo di Pasqua e rientreremo nel tempo liturgico detto "ordinario". Detto questo cerchiamo di capire che cosa ci dicono oggi le Letture. La Prima, come di consueto durante il tempo di Pasqua, è tratta dagli Atti degli Apostoli: un libro che racconta come la Chiesa primitiva ha agito subito dopo la resurrezione. Siamo proprio all'inizio del libro e c'è una breve sintesi della storia di Gesù: in poche righe viene ricordato il battesimo, il dono dello Spirito con l'Ascensione e soprattutto l'annuncio della seconda venuta di Gesù e da lì poi l'invio degli dei dodici apostoli da Gerusalemme al mondo. Quindi questa Lettura ci fa una panoramica di quello che è accaduto e di quello che sta accadendo: ci spiega come siamo arrivati a vivere il cosiddetto "Tempo della Chiesa", cioè il tempo in cui gli apostoli di Gesù e i Suoi discepoli, che siamo tutti noi, agiscono nel mondo. Ci sta facendo una sorta di memoriale. Ci vuole ricordare da dove veniamo e qual è la nostra missione: raccontare al mondo che non è vero che il male vince sempre, ma che Gesù ha sconfitto la morte per sempre. La Seconda Lettura è molto impegnativa non solo perché è un po' lunga, ma anche perché contiene diversi significati abbastanza complessi. Proverò a semplificarvela un po'. L'autore che scrive questa lettera agli ebrei ricorda che Cristo si è immolato, ma la cosa a mio parere fondamentale è che sottolinea che si sia immolato una volta per sempre: significa che veramente il sacrificio di Cristo ha cambiato le sorti del mondo e quindi le nostre. Noi esseri umani abbiamo la tentazione di renderci sempre responsabili di qualunque cosa, di pensare che dobbiamo meritarci il bene degli altri. Questa Lettura ci dice esattamente l'opposto: ci ricorda che ha già fatto tutto Gesù e noi non dobbiamo far altro che goderci questo momento. Come se andessimo a una cena pensando di dover preparare tutto e invece troviamo già la tavola imbandita. Ma la lettura ci dice anche altro: si parla dell'importanza della comunità, quindi della Chiesa, per il sostegno reciproco. Per vivere appieno il Vangelo, abbiamo bisogno della Chiesa che ci guida e che ce lo spiega, ma anche della Chiesa come comunità, cioè di quel gruppo di persone tutte diverse tra loro che camminano insieme verso l'amore di Gesù. C'è bisogno di un sostegno reciproco soprattutto affinché la Fede e la speranza che diciamo di avere possa vedersi nell'amore che dimostriamo ogni giorno. Se noi diciamo di avere fede in Dio perché magari andiamo a messa tutte le domeniche, ma poi non ci preoccupiamo del vicino di casa che ha bisogno, allora la nostra fede è vuota. Il Cristiano infatti non lo si riconosce da quello che dice, ma da quello che fa e da come vive. È solo grazie a questa comunione con le altre persone e in Cristo che è possibile vivere la fede. Veniamo adesso al Vangelo, dove viene raccontata per l'appunto l'Ascensione e viene dato l'invio agli apostoli di annunciare la resurrezione di Gesù. Innanzitutto con l'ascensione e l'inizio della missione degli apostoli ha ufficialmente inizio la Chiesa. Quindi potremmo dire che oggi si celebra l'inizio della vita della Chiesa così come la conosciamo noi. Ma cosa ci dice il fatto che Gesù sia salito in cielo? Innanzitutto Gesù non è solo il figlio di Dio, ma è anche un uomo vero quindi ha portato anche l'umanità in Cielo. Questo significa che anche noi siamo chiamati, un giorno, a salire al Cielo, questo perché Grazie all'amore di Cristo e al Suo gesto, siamo diventati figli di Dio. La nostra relazione con Lui non è quella di chi teme questo essere soprannaturale che può punirci in qualunque momento, ma è quella di figli. Noi possiamo chiamare Dio "papà". Inoltre nel Vangelo viene usato in modo abbastanza importante il verbo "restare". È importante, infatti, restare nella Chiesa, nella comunità a cui apparteniamo e, soprattutto, nella liturgia. È come se pensassimo di poter attraversare un bosco enorme completamente da soli: le probabilità di perderci sarebbero enormi, invece è solo grazie al gruppo che si può raggiungere la meta. Un'altra espressione che utilizza il Vangelo è "rivestiti dall'alto", cioè viene donato lo Spirito Santo. Questo versetto è importantissimo perché chiude il cerchio con tutta la Bibbia, con tutta la storia della creazione. Infatti nella Genesi, con il peccato originale, Adamo ed Eva si accorgono di essere nudi. Inadeguati. Oggi, invece, lo Spirito Santo ci riveste: grazie a Lui, che ci dona questa relazione di figli con Dio, possiamo dirci esseri completi perché completati dalla Provvidenza di Dio. Quindi siamo vestiti di Spirito Santo. Siamo, per mezzo di Cristo, figli di Dio e, soprattutto, siamo stati innestati nella Chiesa. Questa è la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai visto. Perché abbiamo l'opportunità di vivere veramente da Dio. Questa nuova identità ci permette di vivere secondo la modalità Divina. Se Lo accogliamo possiamo vivere come si vive in Cielo. L'augurio quindi è quello di sperimentare il Cielo già da oggi. Commento a cura di Cristina Pettinari |