Commento su At 1,1-11
Come vivere questa Parola?
Con la solennità dell'Ascensione siamo rimandati alla responsabilità che come discepoli di Gesù ci è consegnata. Dobbiamo smettere di fissare il cielo e, con il cuore colmo della vita che Gesù ci ha donato, prepararci alla missione che ci è stata affidata in attesa del Suo ritorno, quando «verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo». Si tratta, quindi, di ricordare ciò che abbiamo condiviso con Lui: le sue parole, i suoi gesti, i suoi silenzi... tutto ciò che Lui è; affinché altri possano conoscerlo, amarlo e seguirlo.
Gesù non se ne è andato. Non ci ha lasciato soli. È presente accanto a noi in un altro modo e non faremo fatica ad accorgerci di questo. Ogni tanto, tuttavia, disattendendo l'invito degli «uomini in bianche vesti» torniamo a «guardare il cielo» perché lì la nostra «vita è nascosta con Cristo in Dio».
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria.
La voce di Papa Francesco
"Il libro degli Atti degli Apostoli, che abbiamo iniziato a leggere all'inizio del tempo pasquale, comincia con il ricordo di Gesù Risorto e dei gesti umanissimi, come il condividere il pasto con i suoi, in attesa del dono dello Spirito Santo. È Lui che ci fa entrare in una comunione personale con Dio e ci permette di partecipare alla sua volontà salvifica universale, acquistando la capacità di pronunciare una parola non solo da uomini, ma da figli di Dio: una parola limpida, libera, efficace, piena d'amore per Cristo e per i fratelli.
Il Risorto invita i suoi a non vivere con ansia il presente, ma a fare alleanza con il tempo, a saper attendere il dipanarsi di una storia sacra che non si è interrotta ma che avanza, va sempre avanti; a saper attendere i "passi" di Dio, Signore del tempo e dello spazio. Il Risorto invita i suoi a non "fabbricare" da sé la missione, ma ad attendere che sia il Padre a dinamizzare i loro cuori con il suo Spirito, per potersi coinvolgere in una testimonianza missionaria capace di irradiarsi da Gerusalemme alla Samaria e di travalicare i confini di Israele per raggiungere le periferie del mondo"
Francesco, Udienza generale, 29 maggio 2019
Don Stefano Vanoli SDB - svanoli@salesiani.it
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