Omelia (05-06-2025) |
Missionari della Via |
«La gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa [...] siano perfetti nell'unità perché tu mia hai amato e hai amato loro». Queste parole di Gesù ci dicono che la gloria di Dio, l'amore che Dio riversa su di noi ha un distintivo: quello dell'unità. Vogliamo dare gloria a Dio? Cerchiamo di essere una cosa sola! Diciamo che l'amore di Dio è in noi? Allora cerchiamo di essere una cosa sola con Gesù e tra di noi! Da che cosa riconosceranno che siamo discepoli di Gesù? Dall'amore che avremo gli uni per gli altri! Per questo la gente diceva dei primi cristiani: "Guardate come si amano!". Inoltre, l'unità che Gesù ci chiede non significa uniformità, bensì rimanere nel suo amore malgrado le tensioni ed i conflitti. A tal proposito don Tonino Bello diceva che: «la pace è la convivialità delle differenze!» Comprendiamo allora che dove non c'è comunione, dove vi è chiusura verso la diversità, verso ciò che non comprendiamo, vi è il diavolo che sta operando. Il diavolo, dal greco diàbolos, propriamente "ingannatore, accusatore, separatore", è colui che divide, inganna, semina inimicizia, è colui che si mette di traverso per impedirci di essere uniti. Tante volte possiamo correre il rischio di fare tante belle cose, di intraprendere tante iniziative pastorali, ma a cosa servono se poi siamo divisi tra di noi? Se abbiamo litigato, se non ci salutiamo più, se non sappiamo perdonare, se non sappiamo fare il primo passo verso l'altro, quale fecondità possono avere tutte le iniziative? Oggi allora vogliamo pensare a quelle persone con le quali abbiamo una difficoltà, con le quali viviamo un'incomprensione, con le quali non abbiamo più rapporti e chiederci: ma davvero abbiamo fatto di tutto per raggiungere la pace? E cosa siamo disposti ancora a fare? «"Padre ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo" (Gv 17,6). Manifestare il nome di Dio agli uomini» è la realizzazione di una presenza nuova del Padre in mezzo al popolo, all'umanità. Questo "manifestare" è realtà in Gesù; Dio è con noi, e così il nome la sua presenza con noi, l'essere uno di noi è "realizzato". In Gesù Dio entra nella carne umana, si fa vicino in modo unico e nuovo. E questa presenza ha il suo vertice nel sacrificio che Gesù realizza nella sua Pasqua di morte e risurrezione» (Benedetto XVI). |