Omelia (25-05-2025) |
don Michele Cerutti |
Spirito Santo dona la pace e l' unità Abbiamo un rischio insito nelle nostre comunità a cui la Parola sembra metterci in guardia ed è quello che, i primi cristiani, hanno conosciuto è il fariseismo. Agli albori della cristianità proviene tutto questo da farisei che abbracciando la fede in Gesù non hanno abbandonato il retaggio di quella cultura legalista che abita il loro cuore. Essi volevano imporre le loro usanze apprese nel giudaismo e volevano imporle nella nuova fede. Oggi il fariseismo prende le pieghe dure che abbiamo visto negli ultimi anni con gli attacchi al Papa e al suo Magistero con prese di posizione su molti aspetti dimostrando una sorta di ottusità tipiche proprio di quegli appartenenti al fariseismo. Quindi quando Francesco prendeva posizioni sui migranti si vedeva nel Pontefice un nemico della cristianità perché accogliente nei confronti degli islamici. Quando incontrava donne trans lo si accusava di apertura al mondo transgender. L'elenco potrebbe proseguire. Un vero e proprio attacco che ha portato nelle comunità cristiane dei veri e propri turbamenti. Lo scenario che si presenta all'inizio di questo terzo millennio sembra una sorta di confusione dove molti attacchi sono volti a creare una sorta di caduta di riferimenti. Non possiamo negare che il tempo che stiamo vivendo è caratterizzato da contrasti e contese forti. Tempi difficili certamente, ma in ogni fase della storia ci vengono incontro le parole consolanti di Gesù nell'Ultima Cena. "Vi do la mia pace, non come la dà il mondo". La pace che il mondo ha in mente è: assenza di guerra. Certo è quello che ci auguriamo tutti davanti alle immagini forti che arrivano dalla Terra Santa, o che giungano dall'Ucraina, ma anche sentendo di altre zone nel mondo come il Myanmar, lo Yemen, il Congo, l'India e il Pakistan e sappiamo che l'elenco è lunghissimo. La Pace che ci propone Gesù va ancora più in profondità perché nasce dalla comunione forte con Lui. Sappiamo tutti la zizzania cresce con il grano e quindi il male si inserisce nel mondo e verrà eliminato solo alla fine dei tempi. L'unione con Lui ci fa vivere in quella tranquillità che non ci smuove neanche davanti alla forte opposizione del male. Nella notte di Natale, in mezzo ai tradimenti e alle paure dei discepoli risuona forte quell'invito: Pace a voi. Invito che si perpetua nell'oggi e ci ritorna al cuore e alla mente l'immagine di Papa Leone XIV che ci ha donato il giorno della sua elezione: La Pace sia con tutti voi. Questo vuol dire ordine nella nostra vita in mezzo alle preoccupazioni non dobbiamo disperare se ci teniamo stretti a Gesù. Il demonio gioca invece all'interno dei nostri contrasti e porta alla disperazione. Forti di questa unità con Lui gli apostoli sono riusciti a Gerusalemme a mantenere la comunione tra le comunità. Gesù per mantenere in noi vivo il dono della Pace ci dona lo Spirito Santo che perpetua nell'oggi il rapporto vivo con il Signore stesso. Il Paraclito che ci aiuta a non ancorarci a un passato che ci assicura e non ci scuote. Non ci lascia parcheggiati, ma ci sprona sulla giusta carreggiata dell'incontro con il fratello portandoci anche alla dimensione plurale, non di serialità. Allora alla luce dello Spirito Santo comprendiamo che la Pace si costruisce intorno all'unità con Dio per favorire l'unità tra di noi. Invochiamolo in questo tratto finale di strada del cammino pasquale il grande dono del Paraclito per rinnovare la faccia della terra e quindi per creare unità tra noi cristiani e per attirare altri discepoli. Consapevoli, come dice Papa Leone e ancor prima Papa Francesco che i cristiani sono chiamati non a fare proselitismo, ma attraggono per la comunione che si crea tra di loro. |