Omelia (06-05-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 6, 30-35

Come vivere questa Parola?

Il vangelo di ieri termina con Gesù che dice alla folla di credere in Lui, cercando il pane che rimane per la vita eterna. Oggi il brano prosegue con la domanda della folla di un segno per poter credere e la richiesta di questo pane che dà la vita. È difficile credere senza vedere segni tangibili, concreti. La nostra carne, i nostri sensi hanno bisogno di toccare, udire, vedere. La richiesta di un segno è una richiesta lecita, siamo umanamente programmati per dare prova e ragione alle cose in cui crediamo, saremmo altrimenti dei "creduloni". La fede è tutt'altro. Non può esistere sapienza senza scienza e intelligenza. Un'intelligenza, però, illuminata dallo sguardo dell'amore di Dio su di noi e sulle cose. E Gesù ci dà la chiave per avere questo sguardo: è Lui stesso, il dono della sua vita. E alla nostra sete di segni risponde "chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!" E quel "mai" compensa e risponde alla richiesta di un sempre, "dacci sempre questo pane", alla nostra fame e sete per ciò che non passa.


Illumina Signore Gesù, il mio sguardo sulle cose,

su chi mi passa accanto

per poterti riconoscere presente nel sempre delle mie giornate.


Oggi mi impegno a vedere quello che mi accade come dono e, alla fine della giornata, mi ritaglio un momento per pensare o scrivere a come e se è cambiato il mio sguardo.


La voce di uno scrittore

"Non spero nulla dall'uomo che lavora per la sua propria vita e non per l'eternità".

Antoine de Saint-Exupery


Benedetta Ferrone - benedetta.ferrone@gmail.com