Omelia (03-05-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 14,6-14

Come vivere questa Parola?

Oggi celebriamo la festa dei santi apostoli Filippo e Giacomo. In questo clima pasquale, quanto è bello ascoltare Gesù che parla al cuore e si rivela come un giorno Yahweh fece con Mosè nel deserto: IO SONO, con attributi speciali: Io sono la via, in Gesù camminiamo, con Lui siamo pellegrini nella speranza; Io sono la verità, solo in lui è fondata la nostra fede; Io sono la Vita, Lui è venuto per darci la vita e una vita in abbondanza, una vita basata sull'amore. La speranza diventa cammino, la verità diventa fede, la vita diventa amore.

La preghiera fatta nel nome di Gesù è efficace. Gesù lo garantisce e ci promette che opererà affinché il Padre sia glorificato. Preghiamo nel nome di Gesù, il Padre, perché nel Signore Gesù possiamo contemplare il suo volto.


Ascoltami, Signore, quando ti invoco; abbi pietà, rispondimi.

Sento nel mio cuore: "Cercate il mio volto". Cercherò il tuo volto, Signore, non nascondermi il tuo volto.
Salmo 26


La voce di un padre della Chiesa

La predicazione apostolica

Cristo Gesù, Signore nostro, per tutto il tempo che visse sulla terra manifestò chi egli era, chi era stato, qual era la volontà del Padre, che cosa l'uomo dovesse fare. Questa rivelazione la fece apertamente al popolo e separatamente ai discepoli, fra i quali scelse i Dodici, come partecipi del suo magistero universale.

Perciò, escluso uno di loro, sul punto di ritornare al Padre, dopo la risurrezione, ordinò agli altri Undici di andare e di ammaestrare le nazioni, battezzandole nel Padre e Figlio e Spirito Santo.

Gli apostoli, il cui nome significa «mandati», sorteggiarono come dodicesimo del loro gruppo Mattia al posto di Giuda e ciò in ossequio all'autorità profetica del salmo di Davide. Avendo ricevuto, secondo la promessa, lo Spirito Santo che doveva renderli capaci di fare i miracoli e di predicare, testimoniarono la fede in Gesù Cristo prima in Giudea e poi in tutto il mondo istituendo ovunque chiese particolari. Ovunque fecero risuonare il medesimo insegnamento e annunziarono la medesima fede.

Così fondarono chiese in ogni città. Da queste ricevettero la linfa della fede e i segni della dottrina tutte le altre chiese e tutte le altre popolazioni che tendono a divenire chiese. Tutte queste chiese venivano considerate apostoliche come figlie delle chiese degli apostoli.

È necessario che ogni cosa risalga alle sue origini. Perciò tra tante e tanto grandi chiese, unica è la prima fondata dagli apostoli e dalla quale derivano tutte le altre. Così tutte sono prime e tutte apostoliche, perché tutte sono una. La comunione di pace, la fraternità che le caratterizza, la vicendevole disponibilità dimostrano la loro unità. Titolo di queste prerogative è la medesima tradizione e il medesimo sacro legame.

Che cosa poi gli apostoli abbiano predicato, cioè che cosa Cristo abbia loro rivelato, non può essere altrimenti provato che per mezzo delle chiese stesse che gli apostoli hanno fondato, e alle quali hanno predicato sia a viva voce, sia in seguito per mezzo di lettere.

Un giorno il Signore aveva detto apertamente: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso»; aveva tuttavia soggiunto: «Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16, 12-13). Dimostrò con questo che essi non ignoravano nulla. Essi avevano la promessa di ricevere «tutta la verità» per mezzo dello Spirito di verità. La promessa fu mantenuta come provano gli Atti degli Apostoli quando narrano la discesa dello Spirito Santo.

Ufficio delle letture - Dal Trattato «Sulla prescrizione degli eretici» di Tertulliano, sacerdote (Cap. 20, 1-9; 21, 3; 22, 8-10; CCL 1, 201-204)


sr Teresita Verhelst Solano fma - tereverso2017@gmail.com