Omelia (04-05-2025) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 21,1-12 Come vivere questa Parola? Siamo ancora nel tempo di Pasqua e quello che più mi colpisce della pedagogia di Gesù è il suo continuare a manifestarsi ai discepoli. Certo, con la morte in croce ha testimoniato la misura dell'amore, fino a offrire la vita, ma con la risurrezione non ha scelto di rimanere nella gloria del cielo. Torna dai discepoli e lo fa più di una volta, il vangelo di oggi ci dice che è la terza. L'amore di Gesù è concreto, sa che i discepoli hanno ancora bisogno di lui, del suo incoraggiamento e della sua guida. Questo brano non ci racconta i sentimenti che provano Pietro e gli altri discepoli dopo la morte di Gesù, ma immagino che nel loro cuore ci sia paura e scoraggiamento. Pietro esce a pescare, torna a fare il suo mestiere, come a voler dire che la vita deve continuare ad andare avanti. È la seconda volta che i vangeli ci raccontano che Pietro fallisce non riuscendo a pescare nulla. E, per la seconda volta, getta le reti. E Gesù gli affida la Chiesa che nascerà e, quindi, ciascuno di noi. Che bello pensarci "figli" di Pietro, un uomo che, nonostante abbia rinnegato Gesù, nonostante si sia nascosto dopo la sua morte per timore di fare la stessa fine, nonostante il fallire, si fida e continua a seguirLo. Oggi Pietro ci ricorda che a Gesù non importano né i nostri fallimenti, né se non capiamo subito i suoi insegnamenti o la misura dell'amore. Gesù ci chiede solo di seguirLo.
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