Omelia (04-05-2025)
Omelie.org (bambini)


Bambini conoscete le "stagioni" dell'anno liturgico"? Non sono inverno, primavera, estate ed autunno, ma sono i cosiddetti "tempi forti", e poi il tempo ordinario. I "tempi forti" sono detti così perché sono legati alle due Festività centrali della nostra fede, il Natale e la Pasqua. Sono il tempo di Avvento, il tempo natalizio, il tempo della Quaresima e il tempo Pasquale.
Sapete dirmi quale di questi "tempi forti "è quello più lungo, che dura più di tutti?
È il tempo pasquale, il tempo della gioia, dell'esultanza, perché Gesù è risorto, la morte è stata sconfitta. Noi oggi siamo nella terza domenica del tempo pasquale e questo tempo dura ben 50 giorni. In questo tempo noi ricordiamo Gesù risorto e lo vediamo che appare alle donne, agli apostoli, ai discepoli, a gente comune, etc...
Le apparizioni sono proprio il segno che Gesù è veramente risorto. Se infatti gli apostoli non lo avessero visto vivo non sarebbero potuto morire martiri.
Una persona non dice una bugia per guadagnare la morte, ma solo per guadagnare un vantaggio. Gli apostoli, quando Gesù fu arrestato, sparirono tutti, ma poi, a distanza di anni, li vediamo tutti donare la vita per testimoniare Gesù.
Il vangelo di oggi ci parla di Simon Pietro, l'apostolo più conosciuto, quello più impulsivo, che si fa sempre avanti, che risponde per primo alle domande, che reagisce immediatamente .
Pietro è disorientato. Ha visto insieme agli altri apostoli già due volte il Signore ma non sa ancora cosa fare. Allora decide di ritornare al lavoro di sempre: pescare. Dice agli altri: "Io vado a pescare". E gli altri apostoli gli dicono: "Veniamo anche noi con te".
Quella notte però non pescano nulla. Sul far del giorno, Gesù va loro incontro, ma essi non lo riconoscono. Gesù allora chiede: "Avete qualcosa da mangiare? Gli Apostoli rispondono con un secco "No". Allora dice loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non poterono più tirarla su tanto era pesante e piena di pesci. Subito Giovanni riconosce che quel tizio, che aveva loro detto di gettare in mare la rete dalla parte destra della barca, era Gesù.
Gesù continua e dice loro: "Venite a mangiare"
Queste parole oggi mi hanno colpito e vorrei meditare con voi proprio su questa frase: "Venite a mangiare". Il mangiare, il cibo è molto importante per la nostra vita. Il cibo ci dice che noi dipendiamo da fattori esterni per poter vivere. Il cibo ci dice che noi siamo limitati, siamo precari, siamo bisognosi. Il cibo ci dice che noi siamo fatti per condividere, per vivere insieme, per l'amicizia, per l'intimità.
È molto triste mangiare da soli. Quando si mangia soli si tende a vivere una vita disordinata e a mangiare "cibo spazzatura".
Quando si è soli si evita di cucinare e quindi si mangia in fretta, male e senza orari, o si mangia troppo o troppo poco. Domandiamoci oggi: ma io come mangio? Con chi mangio? Cosa mangio? Quando mangio? Quanto mangio? Mangiare insieme aumenta la familiarità, la conoscenza reciproca, la comunione, l'intimità. Una famiglia che mangia insieme rimane insieme.
Papa Francesco durante la preghiera dell'Angelus del 29 dicembre scorso diceva: "Un momento privilegiato di dialogo e di ascolto in famiglia è quello dei pasti. È bello stare insieme a tavola e parlare. Questo può risolvere tanti problemi, e soprattutto unisce le generazioni: figli che parlano con i genitori, nipoti che parlano con i nonni... Mai restare chiusi in sé stessi o, peggio ancora, con la testa sul cellulare. Questo non va! Mai, mai questo. Parlare, ascoltarsi, questo è il dialogo che fa bene e che fa crescere!"
Recentemente sono state fatte delle statistiche in Italia per i pasti insieme. Ebbene pochissimi oggi mangiano insieme nei giorni lavorativi.
La domenica, soprattutto al sud, si riesce ancora a mangiare insieme. Purtroppo, la maggioranza dei pasti, durante la settimana, viene consumata in tempi e luoghi diversi e quindi non c'è modo di dialogare, manca la comunicazione nelle famiglie e le relazioni non sono buone se la comunicazione non è buona.
Facciamo allora il proposito di mangiare più spesso che possiamo insieme. Questo ci servirà anche come preparazione per accostarci alla mensa eucaristica
Chi impara a magiare in famiglia si dispone anche a ricevere l'Eucarestia perché comunicare con i membri della famiglia ti aiuta a comunicare meglio anche con Gesù e viceversa.
Il mangiare in famiglia può essere una piccola scuola di comunione, di condivisione, di servizio e di gratitudine che ci prepara il cuore ad accogliere più pienamente la comunione con Gesù nell'Eucaristia e a viverla come un modello per le nostre relazioni quotidiane.
E voi bambini che siete chiamati a fare?
Anche voi potete aiutare a fare capire ai vostri genitori l'importanza e la bellezza di mangiare insieme. Potete impegnarvi ad apparecchiare e poi sparecchiare la tavola, potete impegnarvi a raccontare il vostro vissuto scolastico e non, potete impegnarvi a fare domande che contribuiscano ad approfondire la vostra comunione tra voi, i vostri genitori e gli altri membri della famiglia, potete impegnarvi a portare un po' di allegria...
Concludiamo rivolgendo questa preghiera al Signore che può essere anche
la nostra preghiera prima dei nostri pasti: "Signore fa' che da questa parca mensa io passi a godere la tua cena immensa"
Commento a cura di Tiziana Mazzei