Omelia (02-05-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
GESÙ SOCIAL

Se Gesù, invece di duemila anni fa, venisse oggi sulla terra, non so se aprirebbe un profilo sui social. Se lo facesse, sarebbe popolarissimo e chissà quanti milioni di follower avrebbe. Penso però che probabilmente non aprirebbe nessun profilo, perché anche duemila anni fa avrebbe potuto essere molto popolare, ma ogni volta che poteva cavalcare l'onda del successo si nascondeva: "Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo". A Gesù non interessa la fama, né essere popolare o amato dalle masse anonime; vuole essere amato da te. A Gesù non importa se gli altri sanno che tu lo ami: basta che lo sappia Lui.
Che differenza rispetto agli uomini del nostro tempo, così affamati di fama e popolarità, al punto da essere pronti a vendere l'anima al diavolo pur di ottenere successo mediatico. Anche San Pietro, dopo aver trovato Gesù che si era nascosto, lo rimprovera perché non sfrutta l'occasione di diventare famoso. Eppure, alla fine, quando saremo giudicati nell'ultimo giorno, non conteranno nulla i like o le visualizzazioni che avremo totalizzato nella nostra vita. Non saremo giudicati sulla fama, ma sull'amore. Non dobbiamo preoccuparci del successo che possiamo riscontrare, ma del bene che possiamo fare agli altri, anche se ci sembra poca cosa: "Ma che cos'è questo per tanta gente?".
Anche quel ragazzo aveva solo cinque pani d'orzo e due pesci, eppure Gesù con quel poco ha fatto miracoli. Non dobbiamo preoccuparci se, di fronte alle infinite necessità del mondo, siamo solo una piccola goccia. Quello che importa è che tutto ciò che facciamo, diciamo o scriviamo porti un flusso di bene agli altri, non a noi stessi. E quando smetteremo di preoccuparci del nostro tornaconto e cominceremo a preoccuparci del bene degli altri, allora diventeremo davvero liberi. E il Signore potrà operare miracoli attraverso il nostro poco.