Omelia (29-04-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
PRONTO, CHI É? Non vi è mai capitato di suonare al citofono di casa e, dopo aver detto semplicemente "Sono io", sentirvi chiedere: "Io chi?" È un attimo di smarrimento, quasi di panico. Per un istante ci sembra assurdo: come, non mi riconosci? Sono io! Fa male non essere riconosciuti, proprio da chi ci ama. Pensiamo ora a quando busseremo alla porta del Paradiso. Anche lì diremo: "Sono io". E se ci venisse chiesto: "Io chi?" Se ci sentissimo rispondere: "Non ti conosco"? Allora si sarebbe una tragedia. Ma come può riconoscerci il Signore se non abbiamo mai coltivato una relazione vera con Lui? Se abbiamo vissuto da estranei, distratti, lontani? Santa Caterina ci insegna la strada: ella non ha aspettato l'ultimo giorno per farsi riconoscere. Ha vissuto ogni giorno in profonda amicizia con Gesù. È entrata nella sua scuola di umiltà e di amore, lasciandosi conoscere e trasformare. Per questo, quando ha bussato alla porta del Cielo, non c'è stato bisogno di presentazioni. Era già conosciuta, era già attesa. Anche noi siamo chiamati a vegliare, a vivere ogni giorno nell'intimità con il Signore. Non possiamo improvvisare l'incontro più importante della vita. Non possiamo pretendere di essere riconosciuti se non ci lasciamo riconoscere fin da ora. Gesù ci tende la mano: "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita". In fondo, ciò che tutti desideriamo è proprio questo: arrivare davanti a Lui e sentirci dire: "Ti conosco, ti aspettavo". Che Santa Caterina ci aiuti ad aprire ogni giorno la porta del nostro cuore, per non rischiare di trovarci alla fine a sentirci chiedere: "Io chi?". |