Omelia (08-04-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
Conoscere per credere Non vi è mai capitato di restare confusi davanti a un'opera d'arte moderna o contemporanea? O di ascoltare un brano di musica classica e pensare: "Non ci capisco niente..."? O ancora, di leggere una poesia e dire: "Sarà anche bella... ma non capisco cosa voglia dire"? Eppure, se qualcuno - un insegnante, una guida, un amico esperto - ci spiegasse queste opere e ci aiutasse a comprenderle, allora tutto cambia. L'opera prende vita. I dettagli parlano. L'emozione si accende. Qualcosa di simile avviene anche nella fede. Il Vangelo di oggi è piuttosto complesso e ci presenta una scena di incomprensione. Gesù parla, ma i suoi interlocutori non capiscono. Lo fraintendono, lo prendono alla lettera. Arrivano persino a pensare: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: ‘Dove vado io, voi non potete venire'?" Ma Gesù non si arrende. Continua a parlare con pazienza. È la guida che introduce i suoi ascoltatori nel mistero. Senza di Lui, la fede in Dio resta come una poesia ermetica: bella, ma indecifrabile. Gesù è la chiave di lettura per comprendere Dio, perché si identifica con il Padre. Nel brano, Gesù rivela la propria identità usando per due volte le stesse parole con cui Dio si è rivelato a Mosè nel roveto ardente: "Io Sono". Dice infatti: "Se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati", e ancora: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono". Per entrare in relazione con Dio, è necessario conoscere Gesù. È Lui che ci fa accedere alla fede. Altrimenti, come accade a tante persone del nostro tempo, le parole di Dio rimangono misteriose, come poesie belle ma inaccessibili, che non parlano al cuore perché non vengono comprese. Il Vangelo di oggi si chiude con una nota luminosa: "A queste sue parole, molti credettero in Lui". IMPEGNO QUARESIMALE: Per credere, bisogna conoscere. E conosciamo ascoltando l'unica vera guida che ci introduce al Mistero: Gesù. In questi ultimi giorni di Quaresima, leggiamo ogni giorno le sue parole e, soprattutto, entriamo in relazione con Lui attraverso una preghiera sincera, personale, vera. Solo così il mistero si fa vicino, e il cuore comincia a comprendere. |