Omelia (07-04-2025) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 8,1-11 Come vivere questa Parola? Nel quadro del Vangelo campeggia una donna colta in flagrante adulterio, la possiamo immaginare terrorizzata, senza nessun sostegno, prossima ad essere lapidata. È adultera, ma i profeti parlano più volte di un popolo di Dio adultero: ha abbandonato il Signore che lo ama. II popolo di Dio è l'adultera davanti al Signore: Io ha abbandonato per una vita futile e infedele. L'adulterio è tradire l'amore fedele della propria vita per sé stessi, per svincolarsi da un amore troppo grande rispetto alla piccolezza del cuore. Gesù non disprezza la gente adultera e peccatrice: sta in mezzo a loro disarmato e non inveisce contro chi gli ha portato la donna. Né contro la donna. Tace, finché non rimase solo con lei. "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?". A questo punto sentiamo per la prima volta la voce della donna, non più soffocata dal terrore: "Nessuno, Signore". In questa risposta c'è il riconoscimento di una presenza grande, inattesa e misericordiosa. Così la parola del Maestro, che tanti avrebbero potuto accusare di perdonismo o di infedeltà alla legge nel trattamento della donna, si fa' chiara, conforme alla legge davvero. Chiara, perché piena di misericordia: "va e d'ora in poi non peccare più". Ma soprattutto: "Neanch'io ti condanno". È questo il nostro Signore: un Dio pieno di misericordia, "a prescindere".
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