Omelia (16-03-2025)
padre Antonio Rungi
Con Gesù sul monte Tabor

La seconda domenica di Quaresima ci offre come motivo principale di riflessione il brano del Vangelo di Luca che ci parla della trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor alla presenza di due testimoni dell'antico testamento, Mosè ed Elia, davanti ai tre scelti apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Ciò che succede su quel monte sa di celestiale. Gesù si trasfigura, cambia volto e le sue vesti diventano un raggio di luce. I segni di questo mistero della luce sono diversi e tutti di uno spesso di alta spiritualità. Gesù si cambia e cambia la condizione dei suoi tre discepoli tanto era la gioia nel loro cuore in quel momento da chiedere al loro maestro di rimanere lì per sempre. Quel paradiso toccato con la corporeità diventerà il paradiso reale e per sempre dopo la morte. Tutto il messaggio che emerge da questo mistero della luce è un esplicito invito a mettersi sulla scia e sulle orme del Cristo, il Figlio di Dio, l'amato del Padre nel quale si manifesta il disegno divino della nostra salvezza. I tre apostoli presi nel vortice di questa manifestazione del soprannaturale di rara bellezza vogliono rimanere lì per sempre, perché a tutti piace sperimentare la dolcezza il paradiso anche se per un momento. Ma terminata la manifestazione celestiale Gesù stesso ritorna nello stato di normalità al quale associa il gruppo dei tre. Bisogna scendere dal monte e calarsi nella vita quotidiana che è fatta di gioia e di croce. Il Tabor ci porta al Calvario per sperimentare con Gesù come la croce è paradiso di amore e di redenzione per tutti.