Omelia (26-11-2023) |
Missionari della Via |
Ultima domenica dell'anno liturgico, Cristo Re dell'Universo. Solennit? meravigliosa, che annuncia e ricorda che c'? un Re e Signore dell'Universo, che guida e conduce la storia. E questo Re, nella storia, si rende presente per mezzo della Chiesa, specie nei sacramenti, e non solo: si nasconde in ogni persona, specie nei bisognosi, nei poveri, nei sofferenti e si schiera dalla loro parte. E questo Re che ora incontriamo velatamente, un giorno lo incontreremo chiaramente, e sar? anche il nostro Giudice: Ges? Cristo. ? il senso del Vangelo di oggi, che non ci serve per sapere ci? che Dio far? dopo la morte, cos? da presumere di sapere chi si salva e chi no, mettendoci quasi al suo posto (faremmo peccato di idolatria!), n? va guardato tipo dipinto, in modo statico; serve a noi, per svegliarci e vivere al meglio qui ed ora, scoprendo che il Signore lo incontriamo nella carne degli altri, specie dei bisognosi! Questo Vangelo ci aiuta a metterci dalla giusta prospettiva per vedere come e verso dove stiamo camminando. E la giusta prospettiva ? quella del giudizio di Dio! E su cosa verter? il giudizio di Dio? Sulla carit?. Cosa rester? alla fine? Alla fine resta solo l'amore, dato e ricevuto. Ges? nella parabola elenca sei opere di misericordia, tutte in successione: ci parlano di un prendersi cura dell'altro in tutte le dimensioni. Non vanno ridotte a delle opere fatte qui e l? giusto per acquietare la coscienza, ma parlando di uno stile di vita che sa riconoscere nell'altro il volto di un fratello, di una sorella, specie se nel bisogno o che, viceversa, nega la fraternit?, chiudendo il cuore davanti all'altrui necessit?. Non solo. Questa parabola viene per svegliare noi cristiani, noi credenti. Sembra quasi suggerirci: le persone poste a destra e a sinistra del re non sapevano che lui fosse nascosto nel bisognoso, nell'affamato e assetato, nell'immigrato, nel senza dimora... noi invece lo sappiamo! Ges? ci ha detto che negli altri, specie negli ultimi, incontriamo Lui. Lo abbiamo veramente compreso? Se s?, quali fatti lo dimostrano? Pi? volte papa Francesco ci ha invitati ed esortati a riconoscere e toccare la carne di Cristo nei poveri, negli immigrati, nei sofferenti, negli emarginati, nei carcerati... Sono parole toccanti, che rischiamo di lasciarci scivolare addosso. Accolte, comprese e custodite, possono aiutarci a vivere con maggiore profondit? e intensit? d'amore. San Giuseppe Moscati, ad esempio, medico santo, visse la sua professione come vocazione, vedendo nell'ammalato l'immagine di Cristo sofferente, accanto al quale desiderava stare. Seppe prendersi cura di tutti, specie degli ultimi, con gli strumenti della scienza, della fede e della carit?, con quel di pi? d'amore frutto della presenza dello Spirito Santo in Lui e del saper riconoscere Cristo presente nei sofferenti. Davanti alle parole del Signore non serve aggiungere altro. Ci far? bene leggerle e rileggerle con calma, cercando di imprimerle bene nel nostro cuore. Passo dopo passo ci aiuteranno a guardare gli altri con occhi diversi, e soprattutto ad amarli con un cuore diverso... |