Omelia (14-05-2023) |
padre Antonio Rungi |
Amare, osservare, rimanere nell'amore La sesta domenica di Pasqua che celebriamo oggi ci prepara alla solennit? dell'Ascensione del Signore e a quella della Pentecoste. I riferimenti sono chiari nel testo del vangelo di Giovanni che oggi ascoltiamo e meditiamo. In sintesi siamo chiamati ad amare Dio, ad osservare i suoi comandamenti e a rimanere, mediante la grazia santificante che i sacramenti ci donano, in comunione con Lui e con tutti gli esseri del mondo, perch? tutto nasce dall'amore e tutto approda all'amore. La creazione e la redenzione sono atti di amore di un Dio che ? nella sua essenza e natura solo Amore e Misericordia. Lo fa capire in modo semplice e lineare Ges? stesso, parlando ai suoi discepoli dicendo parole precise e senza fraintendimenti: ?Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregher? il Padre ed egli vi dar? un altro Par?clito perch? rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verit?, che il mondo non pu? ricevere perch? non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perch? egli rimane presso di voi e sar? in voi". L'amore porta alla comunione con Dio Uno e Trino, come ? facile capire da questi versetti del testo giovanneo. C'? quindi uno stretto rapporto tra amore ed osservanza della legge del Signore. Chi ama si adegua alla persona amata e nel caso specifico a quanto Dio ha rivelato e Cristo ci ha insegnato, fino a dare la vita per noi. Un amore che va corrisposto e potenziato con la nostra docilit? allo Spirito Santo che qui ? definito Paraclito ovvero il Consolatore. La partenza di Cristo con la sua ascensione al cielo poteva generare nel gruppo degli apostoli quello scoraggiamento e isolamento, paura e preoccupazione di restare per sempre senza guida ed orientamento; ma Ges? interviene con la sua parola rassicuratrice e dice con assoluta verit? di fatti che Egli non li lascer? orfani, ma verr? di nuovo a loro, alla Chiesa e al mondo. Nel poco tempo che rimane con loro, dopo la Pasqua per 40 giorni, fino al giorno dell'Ascensione, Ges? dice che ancora un poco e il mondo non mi vedr? pi?; voi invece mi vedrete, perch? io vivo e voi vivrete. Il mondo non lo vedr? pi?, ma i discepoli continueranno a vederlo nella fede. Chi non ha fede non pu? vedere Dio, ecco perch? Ges? dice che il mondo non lo vedr?. Tutto ci? che ? mondanit? non ha uno sguardo fisso su Dio e sull'eternit?, perci? non potr? mai assaporare la bellezza e la dolcezza di essere in sintonia e in comunione con Dio. Parliamo chiaramente del mondo dell'uomini che sono senza Dio e non credono, in quanto il mondo come tale ? creazione di Dio ed ? in comunione con il suo creatore. Se non lo fosse non esisterebbe pi?, ritornerebbe nel nulla. Invece esiste e continuer? esistere fino al ritorno glorioso del secondo avvento del Cristo salvatore, quando verr? a giudicare i vivi e i morti e le cose di prima passeranno e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. "In quel giorno -afferma Ges? - voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi". Si ricompone cos? l'unit? del genere umano e della creazione nel mistero dell'Unit? e Trinit? di Dio. In attesa di quel giorno di cui non sappiano nulla quando questo avverr? noi siamo chiamati come battezzati ad accogliere i comandamenti di Dio e ad osservarli fedelmente, in quanto, chi si prodiga ad essere osservante della legge di Dio, questi ? colui che ama davvero Cristo. E chi ama Ges? sar? amato dal Padre Suo Ges? e Padre nostro e insieme al Padre Ges? amer? in spirito e verit? ogni persona di questo mondo e si manifester? ad ognuna di essa. Dio che si ? manifestato in Cristo nell'incarnazione e Pasqua e torner? a manifestarsi nella sua gloria al termine della storia ovvero nella parusia. Ges? prepara i suoi discepoli al primo distacco, ma li predispone ad accoglierlo nella seconda sua venuta, quella gloriosa e definitiva per tutti noi. Tra il gi? e in non ancora, noi camminiamo con lo sguardo fisso al cielo, nel quale il Signore ? andato a prepararci un posto certo. Amen. |