Omelia (09-04-2023)
Missionari della Via
Commento su Giovanni 20,1-9

Gioia mia, Cristo ? Risorto!

? veramente Risorto, alleluja!


Lasciamo che la gioia della Pasqua permei nei nostri cuori. Cristo ha vinto la morte per noi e in Lui anche noi possiamo essere vittoriosi. S?, Ges? ha vinto per noi e offre questa vittoria anche a noi, che possiamo "far nostra" mediante la fede in Lui, aprendogli il cuore e decidendoci a seguirne le orme, magari con rinnovato entusiasmo.

Come ha ricordato splendidamente padre Cantalamessa: ?Alcuni Padri della Chiesa hanno racchiuso in una immagine l'intero mistero della redenzione. Immagina, dicono, che si sia svolta, nello stadio, un'epica lotta. Un valoroso ha affrontato il crudele tiranno che teneva schiava la citt? e, con immane fatica e sofferenza, lo ha vinto. Tu eri sugli spalti, non hai combattuto, non hai n? faticato n? riportato ferite. Ma se ammiri il valoroso, se ti rallegri con lui per la sua vittoria... insomma, se tanto deliri per lui, da considerare come tua la sua vittoria, io ti dico che tu avrai certamente parte al premio del vincitore. Ma c'? di pi?: supponi che il vincitore non abbia alcun bisogno per s? del premio che ha conquistato, ma desideri, pi? di ogni altra cosa, vedere... l'incoronazione dell'amico, in tal caso quell'uomo non otterr? forse la corona, anche se non ha n? faticato n? riportato ferite? Certo che l'otterr?! Cos?, dicono questi Padri, avviene tra Cristo e noi. Egli, sulla croce, ha sconfitto l'antico avversario". "Le nostre spade - esclama san Giovanni Crisostomo - non sono insanguinate, non siamo stati nell'agone, non abbiamo riportato ferite, la battaglia non l'abbiamo neppure vista, ed ecco che otteniamo la vittoria. Sua ? stata la lotta, nostra la corona. E poich? siamo stati anche noi a vincere, imitiamo quello che fanno i soldati in questi casi: con voci di gioia esaltiamo la vittoria, intoniamo inni di lode al Signore". Non si potrebbe spiegare in modo migliore il senso della liturgia che stiamo celebrando. Ma tutto questo non avviene automaticamente... Questo avviene con la fede... In una omelia pasquale del IV secolo, il vescovo pronunciava queste parole straordinariamente moderne e, si direbbe, esistenziali: "Per ogni uomo, il principio della vita ? quello, a partire dal quale Cristo ? stato immolato per lui. Ma Cristo ? immolato per lui nel momento in cui egli riconosce la grazia e diventa cosciente della vita procuratagli da quell'immolazione". Questo ? avvenuto sacramentalmente nel battesimo, ma deve avvenire consapevolmente sempre di nuovo nella vita?.
La risurrezione di Ges? non ? un semplice ritorno a questa vita mortale, ma ? un "salto" in una qualit? di vita totalmente altra, divina. Qualcosa che supera ogni immaginazione, tant'? che i discepoli, nel Vangelo di oggi, non avevano compreso cosa significasse quella "risurrezione dai morti" della quale Ges? aveva parlato loro. Il discepolo amato, giunto per primo al sepolcro, correndo sulle ali dell'amore, inizia ad entrare in questo mistero facendo memoria delle parole di Ges? che illuminano di senso quella scena, che parla di vita in un luogo di morte: il sepolcro vuoto, il sudario piegato a parte...

Contempliamo questa scena, fermiamoci sul pensiero del Risorto. Lasciamo che la sua luce illumini le nostre morti, i nostri lutti, la nostra solitudine. Lasciamo che il profumo della sua vita risorta, vita spesa per amore nella fedelt? al Padre, impregni la nostra vita, muovendo i nostri cuori a conversione. S?, Ges? ? risorto non semplicemente perch? era Dio, ma perch? ha vissuto tutto e sempre da Figlio di Dio, fidandosi del Padre, amandoci sino alla fine. Lui ? la via, questa ? la via per vivere da risorti. Che la Pasqua del Signore possa aiutarci a uscire dai nostri sepolcri, e riscoprire la gioia del seguirlo sulla via dell'amore.