Omelia (08-01-2023)
don Roberto Seregni
In lui ho posto il mio compiacimento

Ogni volta che leggo e medito il racconto del Battesimo di Gesù, rimango sempre sorpreso. Dopo trent'anni di silenzio e normalità, il Figlio di Dio atteso dalle genti non inizia il suo ministero pubblico con un solenne discorso nella piazza centrale di Gerusalemme o con un miracolo portentoso per lasciare tutti a bocca aperta, ma si mette in fila con i peccatori per farsi battezzare! Fin dai primi passi della sua rivelazione messianica, il maestro svela il suo stile: la solidarietà totale e irreversibile con ogni uomo.
Gesù svela il volto della solidarietà di Dio che cammina con il suo popolo, di un Dio che si mette in fila senza corsie preferenziali, di un Dio che ha fame e sete, si stanca e ha sonno, piange per un amico, si commuove e si appassiona, ama e perdona. Troppo spesso abbiamo pensato a Dio come un essere perfetto e distante, freddo e calcolatore, seduto su una nuvola a dettare comandamenti e sentenze. Gesù frantuma questa immagine di Dio, la fa a pezzi. L'unico modo per sapere com'è Dio è guardare Gesù, la sua vita, le sue parole e le sue scelte. Lui, e solo Lui, è immagine del Dio invisibile (Col 1,15).
La sua Chiesa deve continuare questa missione: scendere dalle cattedre, stare con la gente, sporcarsi le scarpe, ascoltare, accompagnare e accendere speranza nei cuori frantumati dal dolore o dalla povertà. La sua Chiesa deve essere un riflesso incandescente della sua misericordia e della sua tenerezza, accogliente come il grembo di una madre e disarmante come il sorriso di un bambino. È un cammino impegnativo di conversione, di spogliazione e di umiltà. Che lo Spirito di Dio ci infiammi di passioni e ci faccia volare leggeri sulle ali della grazia.